Sull’articolo di oggi di Agricolae relativo ai dati ISTAT si evince una crescita molto forte del settore Agroalimentare, non coerente con l’andamento del settore primario italiano, che invece è in contrazione. Se la matematica non è un’opinione, se il mercato Agroalimentare sale e il naturale fornitore che rifornisce questo mercato è il Primario, dovrebbe crescere anch’essa, invece questo non accade…
Riassumendo, stanno dicendo che l’Agroalimentare ha subito una impennata nelle vendite all’estero in USA di oltre il 26% e in Europa è andata oltre i 10 miliardi di euro (si parla di un effetto Expo… beh…)
Ora mi chiedo, ma dove sono finiti tutti sti soldi?
Da quale filiera arrivano questi prodotti se il settore primario è alla canna del gas?
Non è che di italiano c’è solo il nome di chi lavora le materie prime ma la provenienza di queste ultime è (forse) estera?
Scusate ma dove sbaglio? Cosa mi sono perso?
Allora NON è l’Agroalimentare italiano che cresce, ma sono gli industriali che hanno seguito filiere estere e quindi i mercati esteri si sono presi i guadagni che spettavano al nostro mercato. Ecco, ora si spiega tutto!
Per rendere più coerente questa ricerca di mercato ISTAT bisognerebbe anche indicare l’import, così potremmo fare export – import = reale guadagno degli industriali e quindi il nostro settore primario resta a bocca asciutta.
Potrà esserci una filiera più onesta solo quando TUTTI gli stati membri dell’UE avranno le stesse leggi e gli stessi costi di produzione, le stesse tasse e lo stesso trattamento in caso di aiuti, se no è normale che le olive spagnole o algerine costino meno, che il latte albanese sia venduto ad un prezzo ancora inferiore di quello italiano, non è legge di mercato, è imparità di mercato imposta da leggi, tassazioni e trattamenti diversi.
Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra