Molte Aziende Agricole hanno trasformato totalmente o magari solamente integrato la propria attività introducendo l’agriturismo su una parte degli edifici rustici posseduti. Le associazioni sindacali, prima promotrici della realizzazione dell’alta specializzazione monotematica produttiva aziendale per poi convertirsi nella promozione della diversificazione aziendale, hanno visto nel settore agrituristico la carta vincente per il rilancio economico del primario. Vuoi la crisi economica che attanaglia l’intero stivale, vuoi l’eccessiva burocrazia o addirittura lo sviluppo e radicamento di fenomeni malavitosi, la presenza turistica ha segnato un drastico calo in ogni regione.
Nel solo 2015 in Maremma hanno chiuso più di 70 agriturismi registrando il peggior risultato in tutta la Toscana. Nell’articolo di Cristiano Bernacchi si delinea il quadro di una situazione veramente difficile: “C’era una volta il boom degli agriturismi, trainato in Toscana dal Senese e dalla Maremma.” “La “bella” formula. Immersione nella natura, quiete, cibo genuino e prezzi modici. È questa l’alchimia degli agriturismi che negli ultimi venti anni in Italia sono letteralmente quadruplicati (oggi oltre 20.000 dati Istat). Dalla Toscana però, regione leader in Italia per numero di agriturismi – sono circa 4.000 – arrivano alcuni segnali che potrebbero arrestare l’entusiasmo per un settore pur sempre in costante crescita.” “L’emorragia maremmana: la maglia nera in questa perversa classifica tocca alla provincia di Grosseto dove nel 2014 a chiudere sono state 74 strutture a fronte di 19 agriturismi sorti. Seguono la provincia di Lucca con 18 strutture cessate e quattro avviate, e quella di Siena dove hanno chiuso in 53 e aperto in 45. In tutte le altre province questo differenziale è tendenzialmente positivo se non paritario. Se consideriamo però che le sole province di Siena e Grosseto detengono il 50% circa dell’intera offerta agrituristica toscana (1.033 Siena e 878 Grosseto) il dato potrebbe anche tradursi come segnale di sofferenza del settore.“
Problemi agli agriturismi vengono anche dalle modifiche legislative regionali. Interessante è l’articolo di Tribuna Treviso che evidenzia l’estrema difficoltà quotidiana in terra veneta.
C’è un fardello che pende sul capo degli agriturismi veneti e che rischia di farne chiudere uno su due. E’ contenuto all’interno della nuova legge regionale nonché nella recentissima delibera 883/2015, e si traduce nell’innalzamento del limite dei prodotti “fatti in casa”. In pratica, rispetto al 2014, quando l’obbligo era del 50 per cento, ora nella nostra Regione il 65 per cento dei prodotti deve provenire dallo stesso agriturismo, mentre “solo” il 35 per cento può arrivare da fuori. Una novità che può mettere in ginocchio anche la metà delle oltre mille realtà distribuite in Veneto, di cui circa 130 nel Veneziano, dato che non è facile produrre in azienda una percentuale così alta di “piatti” da offrire ai clienti.
Naturalmente bisogna fare in fretta, per evitare ulteriori disagi agli agriturismo del Veneziano (circa 130), del Veronese (370), del Vicentino (210), del Bellunese (100), del Trevigiano (90) e del Rodigino (58).
Agriturismi intimiditi, abbandonati o meglio isolati dall’azione forte e costante delle mafie.
l gruppo GOEL – che è nato nel 2003 ed oggi raggruppa 9 cooperative sociali, 1 associazione di volontariato, 1 fondazione del territorio della Locride e della Piana di Gioia Tauro – è infatti impegnato in prima linea nel cambiamento di queste aree della Calabria per l’affermazione piena della libertà, della democrazia, della sussidiarietà, della giustizia sociale ed economica.
Prima di questo nuovo, inaccettabile, episodio l’azienda “La Lanterna” è stata oggetto di numerosi altri atti dolosi come l’incendio dell’uliveto nel 2009, il ritrovamento di una bottiglia contenente liquido infiammabile con accendino all’ingresso della Locanda Cocintum nel 2010, l’incendio del quadro elettrico della pompa per l’irrigazione nel 2011, l’incendio degli alloggi della casa padronale nel 2012, l’incendio di una botte esterna alla locanda nel 2013, l’incendio appiccato al punto ristoro dell’agriturismo nel 2014.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra