Poche giorni fa gli allevatori suinicoli hanno ufficialmente ed amaramente preso atto dell’alleanza tra il Ministero delle Politiche Agricole guidato da Maurizio Martina e gli industriali titolari dei macelli. Pubblichiamo un articolo sconcertante apparso sul quotidiano Gazzetta di Mantova.
Assemblea animata ieri in Borsa merci, con i suinicoltori di Confagricoltura riuniti per cercare una via d’uscita alla situazione di stallo che la Cun (Commissione unica nazionale) sta vivendo, situazione che di fatto ostacola la normale definizione del prezzo di vendita al chilo della carne suina. Il problema nasce perché i macellatori non hanno ancora nominato il loro rappresentante in seno al comitato dei garanti, cosa che impedisce alla Cun il regolare funzionamento. E ieri è arrivata anche una comunicazione dal Ministero delle politiche agricole, contattato telefonicamente dagli allevatori, che non ha dato notizie positive: «Se gli allevatori non entrano in commissione per protesta – questa la sintesi della telefonata – il prezzo di vendita lo potranno fare i macellatori e sarà quello valido per la fornitura delle merci». La comunicazione ovviamente ha provocato malumori nella sala, con diversi allevatori concordi nell’affermare che «allora andremo alla borsa merci di Modena e venderemo lì la merce. Il ministero non è dalla nostra parte, i gruppi industriali in questa maniera avranno ancora più libertà di azione nei nostri confronti». Il rischio più concreto è che i macelli, liberi di proporre il prezzo che vogliono, facciano naturalmente la corsa al ribasso, arrivando anche a 1,18 euro al chilogrammo, quando in novembre il prezzo (sui suini di 156-176 chili di peso) è già sceso a 1,338 euro al chilo, riducendosi del 7,2% rispetto a ottobre e del 6,1% rispetto al novembre del 2014. La situazione insomma è delicata: «I macellatori – spiega il presidente della sezione suinicola di Confagri Mantova, Stefano Salvarani – non hanno nominato il loro portavoce, mentre noi l’abbiamo fatto subito. Le possibilità future? Il ministero è a conoscenza della situazione, devono per forza prendersi degli impegni e non scaricare tutto su di noi». In aula dopo aver appreso la notizia si è parlato molto di possibili contromisure. Su tutte il blocco settimanale della merce fino alla pubblicazione del bollettino con il prezzo dei suini al chilo: “Con la Cun ferma – ha detto Claudio Veronesi di Coldiretti – l’unico riferimento per noi resta la borsa merci di Modena. I camion però non devono partire finché non verrà diramato ufficialmente il prezzo, perché sennò corriamo il rischio di vedere la nostra merce sottopagata». Si va verso un blocco dunque? Il rischio al momento non c’è: «Non possiamo permettercelo – chiarisce Salvarani – per ragioni logistiche e finanziarie, si è ipotizzato solo di organizzare i flussi da un macello all’altro. Ci tengo a dire che non siamo in guerra con i macellatori, dobbiamo dialogare con loro. Oggi (ieri, ndr) in questo senso qualche apertura c’è stata, da parte loro c’è meno arroganza che in passato». Quel che è certo è che gli allevatori devono fare squadra: «La partecipazione è stata molto positiva. In passato ce n’è stata poca, per colpe anche nostre, ma ora bisogna stare uniti. Ad oggi il prezzo lo fanno, al ribasso, i macellatori. Gli allevatori devono tornare a fare il mercato».
Dov’è l’Italia della trasparenza e della ripresa tanto osannata in TV? L’unica certezza che gli Allevatori hanno è quello del totale disinteresse della propria attività da parte di chi dovrebbe invece rappresentarli e tutelarli.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra