Sinceramente questi sono gli articoli che non vorremmo mai leggere. In questi anni siamo stati abituati, dai mass media coldirettiani, a credere nell’esistenza della favola del “Mulino Bianco”, in cui tutti ritornano all’agricoltura e tutti traggono grandi vantaggi economici dal lavoro nel primario. La realtà è come sempre un’altra cosa, basta leggere l’analisi effettuata su Agronotizie, con buona pace degli ottimisti di convenienza.
I prezzi dei prodotti agricoli resteranno nell’insieme relativamente bassi nel prossimo decennio. E’ quanto emerge dal Rapporto congiunto Ocse-Fao “Agricultural Outlook” pubblicato il 4 luglio 2016: giunge quindi probabilmente a termine l’attuale periodo di prezzi alti, ma è necessario restare vigili poiché la probabilità di una forte oscillazione dei prezzi rimane alta.
I prezzi dei prodotti di origine animale sono tuttavia previsti in crescita rispetto a quelli dei prodotti agricoli. Con il graduale aumento del reddito, specialmente nelle economie emergenti, la domanda di carne, pesce e pollame subirà una forte crescita, causando un aumento dei loro prezzi rispetto a quelli di alimenti base quali grano e riso.
Il miglioramento della produttività dei raccolti dovrebbe contare per circa l’80% dell’aumento della produzione agricola. La crescita della produttività sarà necessaria per soddisfare l’aumento della domanda di derrate alimentari e di mangime animale a livello globale trainato dalla crescita demografica.
In uno scenario “business as usual”, con la produttività agricola in crescita secondo il trend corrente e senza che vengano prese nuove misure per ridurre la fame, la crescita dell’offerta alimentare prevista si tradurrà in una riduzione del numero di persone sottonutrite nel mondo, dalle circa 800 milioni attuali a meno di 650 milioni nel 2025, secondo quanto riporta un’analisi di base della situazione illustrata nel Rapporto.
L’analisi mostra che in Africa Sub-Sahariana il tasso di denutrizione dovrebbe diminuire tra il 23% e il 19% – ma a causa della rapida crescita demografica la regione continuerà a contare per una fetta crescente della popolazione mondiale che soffre la fame. Ciò significa che è necessaria un’azione decisiva altrimenti, non si riuscirà a raggiungere l’obiettivo della comunità internazionale di eliminare la fame entro il 2030.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra