Dal Responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Assessorato lombardo all’Agricoltura Dr. Matteo Bernardelli arriva la conferma di quanto purtroppo noi allevatori avevamo oramai compreso: il settore del latte è nel caos.
In questi mesi stiamo assistendo a continue incomprensibili attività legislative, conflitti di competenza istituzionali, importazioni massicce di latte da Olanda e Paesi del nord Europa, crollo delle quotazioni del latte spot, interventi sospensivi dei Tribunali regionali, silenzio ed assenza dell’attività sindacale, annunci politici poi smentiti dai fatti, assenza di una programmazione a medio – lungo termine, assoluta indifferenza della politica romana oltre al tramonto dell’attività di Agea.
L’unica cosa certa è la percezione di un totale smarrimento per tutti gli addetti al settore e l’impossibilità di qualsiasi programmazione per il futuro.
(Roma, 10 febbraio) La richiesta dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, di convocare urgentemente il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e Agea per un’audizione in Conferenza delle Regioni sul tema del latte è passata.
“Ringrazio i colleghi delle altre Regioni che hanno convenuto l’utilità di un chiarimento in questa sede – afferma Fava a margine della riunione di oggi – perché diventa fondamentale comprendere le intenzioni del governo rispetto a una vicenda che rischia di avere effetti devastanti. Ma se il ministro intende andare avanti così come è stato prospettato, ci auguriamo che se ne voglia assumere le responsabilità”.
Il tema è estremamente delicato e riguarda nella fattispecie la questione delle quote latte, ancora irrisolta, nonostante il vincolo alla produzione sia stato abolito a livello europeo dallo scorso 1° aprile.
“Nei giorni scorsi – ricorda Fava – il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia-Romagna ha accolto il ricorso di alcuni produttori di latte contro il Mipaaf e Agea e, con un’ordinanza, ha di fatto riconosciuto la situazione di difficoltà in cui versano attualmente le aziende agricole a seguito del crollo dei prezzi di vendita del latte. Inoltre, il Tar prende tempo sulle questioni legate alla costituzionalità e comunitaria delle norme legislative che hanno disposto il prelievo delle somme destinate a costituire il Fondo per gli interventi nel settore lattiero caseario, dal momento che il collegio giudicante riconosce la complessità e la novità della stessa legislazione”.
Già nei giorni scorsi l’assessore lombardo aveva valutato come inevitabile, a fronte di uno scenario che mette in discussione la funzione del super-prelievo come strumento efficace in una fase di profonda crisi di mercato, la presenza del ministro Martina e del commissario di Agea alla Conferenza delle Regioni per riferire della situazione.
“Non credo che gli allevatori meritino di essere vittime di giochi di prestigio o di ingiuste vessazioni, visto l’elevato rischio che le aziende zootecniche a indirizzo lattiero corrono in questo momento – spiega Fava -. Ed è imbarazzante come il ministro e i suoi ciambellani fingano di non rendersi conto che il comparto lattiero lombardo e del Nord sta per saltare definitivamente per aria”.
I 70 milioni destinati al fondo di solidarietà, secondo Fava, “risponderebbero concretamente alle necessità degli allevatori se venissero lasciati alle imprese”.
“Il ministero delle Politiche agricole è ormai diventato un’enorme voragine – aggiunge Fava – e i 70 milioni finirebbero per perdersi in chissà quali meandri”.
Appello al mondo agricolo. “Il presidente della Conferenza delle Regioni, Leonardo Di Gioia, che ringrazio, mi ha garantito che provvederà quanto prima a chiedere tale disponibilità – avverte Fava -. Mi auguro che tutto il mondo della rappresentanza agricola si unisca all’iniziativa di Regione Lombardia e che sostenga l’ipotesi di tenere in seria considerazione lo stato emergenziale che ha creato tale situazione e di valutare gli effetti dei conseguenti atti”.
Indicizzazione e prezzo. “Nonostante i proclami sull’indicizzazione del prezzo del latte e sul ruolo del governo di salvatore delle dinamiche contrattuali del settore – conclude l’assessore lombardo Fava – prendo atto che, purtroppo, il tavolo romano non ha portato ad alcuno sviluppo positivo e lo si evince da quanto scritto ieri da Lactalis in tema di libertà contrattuale, di assenza di vincoli sull’adozione delle tabelle di indicizzazione e soprattutto sull’impatto insignificante del latte Made in Italy sui volumi del gruppo francese, pari al 5,5% del totale raccolto”.
Sinceramente noi a volte ci siamo posti il quesito se abbiamo o non abbiamo un Ministro dell’Agricoltura in carica. E voi?
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra