#Arance a 7 centesimi, tonfo delle misure anti-caporalato di #Coldiretti e #Martina
Mentre la politica romana si interroga se può lavorare in aula parlamentare più di 2,5 giorni a settimana, l’Italia che lavora affonda silenziosa in una palude. E’ il caso delle arance pagate a 7 centesimi al kg in campagna che tolgono ai nostri agricoltori perfino la voglia di pensare al domani. Come avevamo accennato nel nostro precedente articolo il fenomeno del caporalato potrà essere stroncato solo in caso di un’adeguata remunerazione del prodotto in campagna; in caso contrario inevitabile sarà il continuo, per non dire maggiore, ricorso a questa pratica per riuscire nella raccolta, evitando così di vedere per mesi alberi carichi di frutta marcita. Parole, tante parole. Dei fatti nemmeno l’ombra. Abbandonati dalle Istituzioni, dai pseudo-sindacati ed anche dai media nazionali, gli agricoltori cosa possono fare? Ancora una volta le politiche degli annunci di Coldiretti – Martina si sono dimostrate fallimentari con il risultato che chi ci rimette è…
L’#agricoltura in crisi d’#acqua
Oltre alla crisi economica il settore primario si trova ad attraversare anche una spaventosa crisi idrica. Nel silenzio generale dei media spunta un servizio giornalistico che “tocca con mano” questa crisi idrica che sta attanagliando le nostre campagne. Gli agricoltori bagnati dal fiume Mincio sono già stati avvisati con riunioni pubbliche che la fornitura di acqua saranno interrotte dal 15 giugno con il rischio concreto di non raccogliere nulla sulle proprie terre; infatti il Lago di Garda deve essere mantenuto a certi livelli per scopo turistico. In sintesi meglio mettere in ginocchio l’agricoltura locale piuttosto che fare un torto ai turisti tedeschi. Calcisticamente parlando Germania 1 – agricoltura italiana 0. Il Ticino è sotto il consueto livello stagionale di almeno un metro e mezzo mentre dal Po emergono distese infinite di sabbia. Dovunque, grazie a questa siccità, sono emersi relitti di imbarcazioni affondate e rovine di località sommerse causa costruzioni…
La politica europea vuole #inscatolare l’#Italia
Una settimana fa, nell’occasione della visita di Rohani in Italia, è stato messo in evidenza l’atteggiamento che la politica ha nei confronti dell’eccellenza italiana. Si, la nostra tanto decantata Patria, madre di Leonardo da Vinci, di Raffaello Sanzio, di Guglielmo Marconi, “la culla della cultura” così siamo identificati in tutto il mondo, messa alla gogna dal vil denaro. Roma che una volta era la dove la cultura nasceva e cresceva, capitale di un Paese potente e fiorente in tutto il mondo conosciuto, è diventata una nazione accattona e servile. Svendiamo la nostra essenza per paura di sprofondare tra le macerie di quello che siamo stati, perchè adesso il nostro patrimonio storico ineguagliabile nel mondo, è diventato un peso, un costo e per la politica anche un intralcio. Tutti gli altri Paesi che hanno uno straccio di storia, innalzano musei e ne cantano le lodi, a noi invece da fastidio, tanto da…
#Latte, un accordo molto amaro
Accordo trionfale sul prezzo del latte o bufala mediatica? Grazie al comunicato ministeriale possiamo fare il punto della situazione. Andiamo per ordine. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolta oggi a Roma la prima riunione del Comitato consultivo previsto dall’accordo di filiera per il sostegno al comparto lattiero caseario siglato al Ministero a novembre. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dell’industria, delle cooperative e della grande distribuzione. Particolarmente controverso è proprio questa parte del comunicato dove non si comprende con esattezza le parti presenti; infatti fino a pochi giorni fa un qualsiasi rappresentante che non partecipava e sottoscriveva gli accordi stabiliti, approfittava della sua assenza per rinnegare quanto sottoscritto dalle altre parti partecipanti. Credete che tutte le parti siano accorse volontariamente ed appassionatamente al Ministero? Vorrebbe dire che qualcosa sicuramente non funziona! È stato definito il sistema base di indicizzazione del…
Lambruscos espagnolo? Martina ci difende!
Oggi arriva una bella notizia: I cantucci e l’Asparago di Cantello diventano IGP, ma per non farci sentire troppo felici, si sente subito vociferare che il nostro Lambrusco si sarebbe potuto fare anche in Spagna. In pratica, una DOP ed una specialità ed una caratteristica di un vitigno centenario (ma ne sarebbero seguiti subito anche altri) sarebbero potuti essere prodotti anche in altri Paesi EU, senza alcuna tutela ne riferimenti a quello originario. Per fortuna, il nostro Ministro Maurizio Martina ha difeso uno delle più importanti bandiere italiane nel mondo, il vino appunto e nello specifico, i nostri vitigni, con il Commissario Europeo Phil Hogan (non è quello delle scarpe!) in questo Comunicato Stampa sul sito del MIPAAF. La domanda che sorge spontanea è: ma allora è vero che ce l’hanno con noi? Perchè l’EU tenta continuamente di smontarci tutte le nostre eccellenze per renderle comuni all’Europa? Vuole forse globalizzare o appiattire…
Come la #Coop fa #affari sulla #schiena dei propri #fornitori
Esistono varie forme di commercio, quello elettronico, quello porta a porta, quello legale, illegale, formale, didattico e poi c’è quello “squalo”, che è precisamente quella forma di sciacallaggio che se ne infischia dell’etica in favore del mero guadagno, che non ci pensa 2 volte a far “andare a bagno” i propri fornitori pur di lucrare il più possibile senza MAI “smenarci” nulla, anzi… L’esempio ben lo coglie con quello che ha fatto COOP ben spiegato in questi 2 articoli: Il Giornale e Dagospia che parlano sostanzialmente dello stesso caso. Quando un cliente chiede al proprio fornitore, sapendo di avere la forza dell’unico (o del maggiore) cliente, di adottare delle politiche di sconti suicida, sa bene che lo sta sfruttando oltre le sue possibilità, tanto da fargli accumulare un mancato guadagno di 600.000 euro in 6 anni (quindi 100.000 euro l’anno). Questo come: Coop decideva di lanciare un’offerta su un prodotto, ma a…
#Latte: il 2016 sarà l’anno dei 25 cent ?
L’articolo di Quale Formaggio descrive la grande difficoltà del settore lattiero caseario e delle pessime prospettive per l’anno in corso; sinceramente gli allevatori non sanno se buttare tutto il lavoro di generazioni nelle ortiche o vedere il bicchiere mezzo pieno. Le istituzioni romane quando comprenderanno la necessità di predisporre un vero e proprio piano di rilancio del lattiero caseario italiano? È già trascorso un mese e mezzo dall’annuncio sul nuovo prezzo del latte (37 centesimi di euro al litro) fatto dal ministro Martina al termine del tavolo interprofessionale del 26 novembre, presso il Mipaaf. Un accordo dal respiro corto, come lo definimmo allora, che scadrà il 28 febbraio, data oltre la quale le prospettive si fanno davvero oscure per gli allevatori italiani. Come già lo sono nel resto d’Europa. Mentre da noi non si va oltre le nuove accuse che l’assessore lombardo Gianni Fava muove al ministro Martina (leggi qui),…
L’importante è non pagare la #PAC
A molti agricoltori non è arrivata la PAC. Nuove regole e nuova burocrazia. Dal punto di vista pratico molti pagamenti degli acconti sono stati congelati per varie motivazioni riconducibili unicamente ad una burocrazia studiata appositamente non solo per complicare la nostra vita quotidiana ma anche per rallentare spudoratamente i flussi finanziari a vantaggio di pochi. Vi siete mai chiesti chi pagherà i nuovi programmi informatici e l’incredibile numero di “professori” che hanno elaborato un sistema così diabolico? Abbiamo il grande timore che per uscire da questa trappola burocratica non resti che o cessare la nostra attività o affidarsi a qualche astrologo ben informato. L’articolo apparso su Il Nuovo Agricoltore rende l’idea a quale livello la burocrazia è arrivata. La qualifica di “agricoltore attivo” è il primo requisito indispensabile per ricevere i pagamenti della nuova Pac, e proprio il 23 dicembre 2015 è stata pubblicata la circolare Agea ACIU 2015/570 che…
La #caduta dell’impero dei centri commerciali
Degno di nota è l’analisi sempre attuale apparsa sul Fatto Quotidiano del Prof. Renzo Rosso professore ordinario al Policlinico di Milano di costruzione idrauliche e marittime e idrologia. l Mall è stato per 30 anni il simbolo dell’America del neoliberismo con cui il presidente Reagan iniziò a raddrizzare le zampe a tutto il mondo con l’aiuto di Lady Thatcher e, soprattutto, della catena di supermercati Wall-Mart. Con la wall-martizzazione il bastone del comando è passato dai produttori ai grandi distributori. Sono loro che scelgono le merci e fanno il prezzo, includono o escludono dal mercato i produttori ribelli. In Europa i francesi lo hanno capito per primi e hanno finora evitato i morsi più duri della crisi perché, pur avendo perso gran parte della propria manifattura, hanno in mano una buona fetta della grande distribuzione europea. Mall sta per Shopping mall, centro commerciale. Nei primi anni del nuovo millennio i…
Il rilancio economico del #territorio passa anche attraverso l’#Albergo Diffuso
Quando si parla di agricoltura, si è portati a pensare esclusivamente al mondo legato all’attività agricola ma, in realtà, il mondo dell’agricoltura è invece decisamente più vasto, e parlando di territorio, non si può prescindere da tutto ciò che risulta essere in sua difesa. Nel corso degli anni è risultato un errore fare, o tentare di fare, del paesaggio una scienza perchè non è interessante leggere l’ambiente o il territorio in termini scientifici, ma lo è in quanto contenitore di miti, sogni ed emozioni, in quanto accumulatore di metafore per capire le contraddizioni e i problemi del nostro tempo, e per queste sue qualità nel campo delle rappresentazioni e nel territorio dell’estetica diventa una componente necessaria per riprogettare il mondo in cui viviamo. Ciò che dobbiamo fare oggi è reinventare “una scenografia del paesaggio con attori e non semplicemente con spettatori. Il paesaggio rurale che abbiamo perso per effetto della…