Grazie alla loro mastodontica organizzazione, ricca di dipendenti e di super dirigenti strapagati, sono riusciti prima a raccogliere 350.000 firme su 500.000 firme necessarie per fare un referendum costituzionale e poi, organizzare una campagna informativa a cinque stelle. Non sto parlando di Paperopoli ma del primo sindacato agricolo italiano: Coldiretti.
Dopo i risultati fallimentari della moratoria sui debiti, nemmeno mai partita, della campagna sulle imitazioni agroalimentari, ridotta a puri slogan, e dell’etichettatura, scritta in modo macchiavellico, arriva il disastro referendario.
Se gli italiani sono stanchi di questo sindacato provate ad immaginare a che livello è il grado di sopportazione degli allevatori ed agricoltori del Belpaese; l’unica percezione certa ed inossidabile è che Coldiretti non tutela in alcun modo gli interessi del primario, ma solo della casta e/o degli amici del momento.
Il colmo della situazione che dopo lo spoglio referendario i Gesmundo, i Moncalvo, i Prandini della situazione sono letteralmente spariti dalla circolazione. Perchè mortificati? Perchè impauriti da una rivolta a suon di “forconi”? Per alcuni giorni si faranno negare, chiusi nell’esilio dorato di Palazzo Rospigliosi, con la speranza che la polemica si spenga e che tutto ritorni come prima.
Che ne è di tutti quei dirigenti locali che invitavano di persona o in appositi incontri i propri associati a votare SI? Tutti spariti!
Ho il sospetto che l’unico modo per liberarci di questi sindacalisti incapaci e politicanti sia necessario organizzare un’occupazione, in puro stile studentesco, della sede romana; spero di sbagliarmi ma temo che sulla sedia in pelle sia stato posta una colla ad alta capacità adesiva.
Loro organizzano i propri “tramacci”, noi italiani paghiamo il conto!
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra