Esistono varie forme di commercio, quello elettronico, quello porta a porta, quello legale, illegale, formale, didattico e poi c’è quello “squalo”, che è precisamente quella forma di sciacallaggio che se ne infischia dell’etica in favore del mero guadagno, che non ci pensa 2 volte a far “andare a bagno” i propri fornitori pur di lucrare il più possibile senza MAI “smenarci” nulla, anzi…
L’esempio ben lo coglie con quello che ha fatto COOP ben spiegato in questi 2 articoli: Il Giornale e Dagospia che parlano sostanzialmente dello stesso caso.
Quando un cliente chiede al proprio fornitore, sapendo di avere la forza dell’unico (o del maggiore) cliente, di adottare delle politiche di sconti suicida, sa bene che lo sta sfruttando oltre le sue possibilità, tanto da fargli accumulare un mancato guadagno di 600.000 euro in 6 anni (quindi 100.000 euro l’anno).
Questo come: Coop decideva di lanciare un’offerta su un prodotto, ma a fare lo sconto doveva essere il produttore, mi spiego meglio, Coop mette a banco uno sconto del 30% su un articolo e chiede al fornitore di venderle le stesse derrate al 30% in meno, così facendo non perderà un centesimo e farà la “bella figura” con il cliente finale. Peccato che l’offerta non l’ha fatta Coop!
Essere il cliente di maggioranza o unico, mette il fornitore in condizione di non poter non accettare la richiesta, per non perdere il cliente o per non “perdere punti”, ovviamente Coop potrebbe avvantaggiare un altro fornitore in futuro se il primo risulta reticente a seguire la propria linea commerciale e quindi pur di accettare, il fornitore va in perdita, si indebita, fino ad arrivare al fallimento.
Una buona linea commerciale “sana” sarebbe quella di contattare il fornitore e trattare uno sconto sulla prossima fornitura, per poter fare una campagna di ribasso dei prezzi, mettendo un pò ciascuno in questo evento, il che potrebbe essere, 15% per ciascuno (per esempio), così il fornitore sarebbe si “tirato”, ma potrebbe comunque sopravvivere e far felice il proprio cliente, magari recuperando altrove o alla prossima fornitura.
Questo genere di atteggiamento non è nuovo nella GDO, questo ne è solo un esempio che è stato riportato alla ribalta grazie alla diffusione di Internet, che permette a chiunque di rendere noto un evento che, altrimenti resterebbe nelle aule dei tribunali, ma pensate a quanti piccoli produttori (tanto decantati nelle “fonti” di approvvigionamento di COOP), sono andati a gambe all’aria per questo modus operandi.
Questo è uno dei motivi per il quale vogliamo riformare il Settore per renderlo meno dipendente da questa sorta di “corsa in discesa”, avete presente quando non si riesce più a controllare le gambe e prima o poi si cade rovinosamente a terra? Poter creare dei mercati locali o comunque nel raggio di qualche decina di chilometri, così da poter bilanciare la vendita alla GDO, con il mercato locale e poter dare la possibilità a queste aziende di dire “No, mi spiace ma non ce la faccio a vendere al 30% in meno”, perchè se lo fanno tutti, nessuno potrà più sciacallare, perchè se un supermercato vuole fare una campagna sconti, valuterà di farlo mettendoci anche del proprio, non facendo carico solo sulla schiena del fornitore.
La prossima volta che vedrete la pubblicità alla TV, saprete cosa pensare quando sentirete il loro “famigliare” slogan e saprete che risposta dare.
<<Come la #Coop fa #affari sulla #schiena dei propri #fornitori>>
Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra