Il “Progetto Sicilia”, elaborato da persone che amano profondamente l’Isola e che in essa e per essa hanno sempre profuso le energie vitali per costruire, sarà il veicolo innovativo che permetterà al popolo siciliano di continuare a vedere l’azzurrità del cielo anche dentro il proprio animo, invece di smarrirsi fra le ombre dei disastri presenti tra i vari stati dell’Europa e del mondo.
Progetto Sicilia traccia un percorso di crescita e di sviluppo sostenibile, per l’Isola. Uno studio, elaborato per il benessere dei siciliani e la prosperità della Sicilia, per mettere fine al degrado, alla povertà, alla nuova migrazione, soprattutto giovanile, applicando soluzione adeguate per un immediato Rinnovamento Istituzionale, Ambientale, Economico e Sociale della Regione siciliana.
La Regione, esaltando le proprie peculiarità, sarà il fattore propulsivo per raggiungere questi obiettivi non più differibili per i siciliani. Per fortuna, le prerogative intoccabili dello Statuto, legge costituzionale della Repubblica Italiana e giuridicamente immodificabile, sebbene non siano gradite alle forze governative, consentono una federazione che non metta in discussione il legame unitario ma permetta la piena gestione economica e finanziaria, il che è l’emergenza attuale, oltre quella amministrativa ancora da riformare nel profondo. Questa è la nostra storia, da qui parte il presente e si dipana il futuro.
Il futuro è Progetto Sicilia, perché soluzione ai problemi, perché dimostra come:
– realizzare la piena occupazione avviando subito al lavoro duecentomila disoccupati attraverso un massiccio piano di investimenti pubblici, in opere infrastrutturali e strategiche, finanziati dall’emissione di prestiti interni e dai fondi comunitari;
– accreditare un reddito sociale pari a € diecimila annui alle famiglie disagiate che, utilizzando la moneta pubblica Grano, attraverso la loro spesa in prodotti e servizi locali, permetterà di attivare la filiera agroalimentare creando duecentomila nuovi posti di lavoro e la totale raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani;
– aumentando le entrate della Regione di € 8 miliardi l’anno per effetto del maggior gettito tributario determinato dai nuovi occupati, dal reddito delle imprese, dalla rendita finanziaria, dai maggiori consumi interni, dal risparmio per ammortizzatori sociali e per la raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti,
– sia possibile non solo sostenere il costo delle obbligazioni proposte ai cittadini siciliani rimborsando alla scadenza di sette anni il doppio del valore sottoscritto al momento dell’emissione ma anche, dopo aver sanato i conti regionali realizzando il pareggio di bilancio, eliminare Irap e addizionali regionali Irpef per poi rimodulare al ribasso le aliquote Irpef, Ires, Iva, realizzando una zona di vantaggio per attrarre gli investimenti delle imprese produttive e degli operatori turistici internazionali.
L’azione progettuale sarà sempre orientata a colmare il deficit infrastrutturale e strategico, di oltre cinquanta miliardi di euro, che relega la Sicilia agli ultimi posti della classifica socio economica dei territori europei, attraverso il percorso operativo suggerito da Progetto Sicilia, il quale risulta essere il solo possibile e mai messo in discussione.
Il finanziamento delle opere pubbliche necessarie avverrà a seguito della raccolta fondi dalla sottoscrizione, da parte dei siciliani, di € trenta miliardi, in cinque anni, di obbligazioni emesse da FinSicilia, scadenza settennale, garantite totalmente da beni reali, come previsto dall’art. 2412 c.c. Ogni anno saranno emesse un milione e duecentomila obbligazioni del valore di € cinquemila, per un totale di € sei miliardi l’anno, riservate a un milione di cittadini siciliani e duecentomila alle imprese siciliane, in ragione di un’obbligazione ogni due dipendenti.
I cittadini, risparmiatori e non, e le imprese avranno la possibilità di sottoscrivere, a condizioni estremamente vantaggiose, delle obbligazioni del valore di emissione di € cinquemila che alla scadenza dei sette anni previsti saranno rimborsate al controvalore di € diecimila, pari al doppio di quanto sottoscritto. La raccolta interna di € trenta miliardi sommata agli € venti miliardi di Fondi europei relativi ai Programmi 2007/2013 e 2014/2020 consentirà realizzare il massiccio piano di investimenti pubblici indispensabile per colmare il deficit infrastrutturale e avviare al lavoro duecentomila disoccupati.
Come riportato dall’Ance Sicilia e dalle associazioni di categoria delle attività produttive, è bene evidenziare che, a seguito della spesa per investimenti di € un miliardo in opere pubbliche si generano circa ventimila posti di lavoro. Considerato una spesa di € dieci miliardi annui sarebbero avviati al lavoro oltre duecentomila disoccupati. Duecentomila disoccupati siciliani avrebbero garantito il lavoro per cinque anni alfine di realizzare tutte quelle opere, incominciando dalle incompiute, che cambierebbero l’immagine del nostro territorio.
Unitamente all’intervento pubblico è indispensabile e inscindibile che si aggiunga quello dei privati stimolati dall’aumento della nuova domanda interna nei settori caratteristici dell’economia siciliana quale sono l’agricoltura e con essa la filiera agroalimentare e il turismo, non altro. Il solo modo per favorire gli investimenti dei privati nelle attività produttive dell’Isola è determinare una nuova, maggiore e stabile domanda interna di prodotti e servizi attraverso il reddito sociale pari a € dodicimila l’anno riservato alle oltre duecentomila famiglie in stato di povertà assoluta, per € 2,6 miliardi di spesa, e € seimila riservati alle quattrocentomila famiglie in stato di povertà relativa, per € 2,4 miliardi di spesa, per un totale complessivo di € cinque miliardi di domanda interna in prodotti e servizi siciliani.
Una nuova, maggiore, stabile, domanda di prodotti e servizi per € cinque miliardi significano coltura, produzione e commercializzazione di prodotti della nostra agricoltura per € tre miliardi cui corrispondono settantacinquemila nuovi occupati, considerato che per ogni miliardo di spesa corrispondono venticinquemila nuovi posti di lavoro. Ai € tre miliardi per spesa alimentare si aggiungono altri € due miliardi nell’artigiano che, per soddisfare la nuova richiesta di servizi ad elevato contenuto di mano d’opera, significano altri cinquantamila occupati per un totale complessivo di centoventicinquemila nuovi occupati grazie alla domanda aggiuntiva determinata dal Reddito sociale accreditato alle famiglie siciliane disagiate.
Una nuova domanda interna, vincolata grazie all’introduzione della moneta siciliana Grano, quale mezzo di scambio territoriale, pari a € tre miliardi nel settore, meglio di altri, caratteristico della Sicilia, consentirebbe alle vecchie e nuove imprese non solo di lavorare a pieno regime sviluppando maggiori potenzialità e utili ma anche di raggiungere livelli di competitività verso l’esterno, perduti da tempo. Una domanda endogena non soggetta a “dumping istituzionale” (concorrenza sleale da parte dello Stato e dall’UE) consentirà di recuperare gli svantaggi subiti nel tempo e sviluppare capacità di vendita esterna pari almeno al doppio di quanto determinato dalla nuova domanda interna.
In sintesi la nostra filiera agroalimentare forte di una domanda interna pari a € tre miliardi potrebbe svilupparsi fino a € sei miliardi determinando oltre centocinquantamila nuovi occupati che sommati a quanto creato nell’artigianato raggiungerebbero le duecentomila unità. Duecentomila occupati creati dalla finanza pubblica per investimenti infrastrutturali e strategici ai quali si aggiungono altrettanti innescati dal Reddito sociale accreditato alle famiglie disagiate per favorire la crescita delle imprese private che operano nella filiera agroalimentare. Pubblico e privato insieme per creare quattrocentomila nuovi occupati.
Per i conti della Regione, gli effetti di un “Progetto per la Sicilia” di crescita e sviluppo sostenibile, significa Risanamento economico grazie al maggiore gettito tributario di € 6 miliardi cui si aggiungono risparmi per € 2 miliardi; Risanamento finanziario per aver eliminato il debito strutturale di € 20 miliardi, in soli sette anni; Rinnovamento sociale per aver accreditato a tutte le famiglie in stato di povertà assoluta e relativa il Reddito sociale per consentire di vivere nel benessere e nella prosperità; il Rinnovamento Ambientale per aver eliminato le discariche per il conferimento dei rifiuti indifferenziati.
Questo è Progetto Sicilia un documento elaborato su dati ufficiali e numeri inconfutabili. Un Progetto che non parla di politica del nulla ma della Politica del fare, e subito. Un Progetto dove la soluzione ai problemi si chiama lavoro, reddito sociale, risanamento ambientale. Noi di Progetto Sicilia ci occupiamo solo di promuovere le soluzioni che non si conoscono ai problemi che tutti conosciamo. Il resto è solo aria fritta.
E’ il momento delle scelte coraggiose, non più differibili, che incideranno sul futuro delle generazioni. E’ compito vostro spiegare alla gente, il nostro ruolo è costruire la strada per coloro che seguiranno.
Giuseppe Pizzino
Progetto Sicilia