Secondo BlogSicilia è in corso una gravissima speculazione a danno sia dei produttori di grana sia dei consumatori che rischiano di acquistare pane realizzato con farine straniere con qualità non garantita.
Mentre il grano siciliano viene svenduto da tutto il mondo arrivano navi stipate all’inverosimile che scaricano ovunque lo stesso prodotto provocando distorsioni per comparto.
L’ampia forbice tra quanto ricava il cerealicoltore, e cioè, in media, 20 centesimi al chilo, e quanto invece è costretto a spendere il consumatore per un chilo di pane. Un aumento del 1450% con il grano che è oggi pagato come trenta anni fa su livelli al di sotto dei costi di produzione.
L’Italia nel 2015 ha importato circa 4,8 milioni di tonnellate di frumento tenero, che coprono orientativamente la metà del fabbisogno per la produzione di pane e biscotti, mentre sono 2,3 milioni le tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero che rappresentano circa il 40 per cento del fabbisogno per la pasta.
In Puglia è stato smascherato grano che dalle prime analisi sembrerebbe contenere tracce di aflatossine.
Comprate da chi produce con farina di grano siciliano perché di buona qualità e perché nell’Isola oltre 40 mila ettari coltivati a cereali sono biologici. Un dato è allarmante e rappresenta la cartina tornasole: in Italia nel 2015 gli arrivi di grano dall’Ucraina sono più che quadruplicati mentre dalla Turchia sono raddoppiati. Solo da queste Paesi sono arrivati 650 milioni di chili che vanno ad aggiungersi a quelli delle altre parti del mondo.
In Sicilia nel 2015 la produzione di grano duro ha superato gli 8 milioni di quintali.
Noi consumeremo prodotti fatti con grano italiano, magari biologico, e voi?
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra