Forse penserete che siamo sempre contrariati a tutti i progetti attivati, a titolo principale o secondario, dalle sindacali italiane ma, vi assicuriamo senza malizia, che non è di nostra appartenenza la perseverante ricerca del flop. Basta aprire l’Informatore Agrario per aggiornarsi sulle ultime novità relativamente alla costante diminuzione al ricorso della copertura assicurativa agevolata. Piuttosto che assicurarsi l’agricoltore confida nella buona sorte di non subire un grave evento naturale. Ma come ci siamo ridotti?
C’è qualcosa che non va nel regime di aiuto a favore degli agricoltori che coprono i rischi connessi alle avversità climatiche e alle malattie degli animali e delle piante stipulando polizze assicurative incentivate tramite gli aiuti pubblici.
Ormai le lamentele sull’argomento sono tante e non si può fare finta di niente. Il sistema, negli ultimi anni, in seguito a nuove disposizioni comunitarie e a un vero e proprio accanimento burocratico a livello nazionale, si è complicato sempre più, per cui oggi gli agricoltori pagano il 100% del costo della polizza e successivamente l’Agea rimborsa loro una parte del costo della polizza.
A fronte di un aumento dei costi assicurativi per le imprese agricole, con un +44% delle tariffe di premio agevolato per l’uva da vino nel periodo 2012-2015 e +20% per le altre colture nello stesso periodo, si sono aggiunti forti ritardi nel pagamento dei contributi agli agricoltori.
La situazione è divenuta così insostenibile che addirittura ci sono agricoltori disposti a sottoscrivere polizze di copertura dei rischi a libero mercato, sostenendo per intero la spesa per il pagamento del premio, senza beneficiare dell’aiuto pubblico, pur di non avere a che fare con un assurdo sistema burocratico.
E poi accadono cose surreali: il 6 dicembre scorso è stato pubblicato il decreto di modifica del piano assicurativo 2016, con il differimento dei termini per la sottoscrizione delle polizze assicurative singole e dei certificati per le polizze collettive relative alle colture a ciclo autunno-primaverile, a quelle permanenti ed alle coltivazioni a ciclo primaverile. Ebbene, il nuovo termine è stato fissato al 14 novembre.
Il risultato finale di questa situazione è che il ricorso alla copertura assicurativa sta diminuendo, piuttosto che crescere, come in molti si attendevano e auspicavano accadesse.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra