Conoscendo la carenza di liquidità che purtroppo godono le nostre Aziende Agricole quando sentiamo parlare di restituzione di denaro il sangue va inevitabilmente alla testa.
L’articolo aspro e veritiero di Roberto Bartolini lascia veramente l’amaro in bocca.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, è l’ennesima prova dell’incapacità del Mipaaf e delle Regioni di gestire in maniera adeguata la politica di sviluppo rurale: l’importo di fondi comunitari non utilizzati della passata programmazione Psr ammonta a ben 100 milioni di euro, che ora vanno rimandati al mittente. Senza contare che con il cofinanziamento regionale previsto dal regolamento, la cifra del “non speso” raddoppia a 200 milioni di euro.
L’incapacità gestionale della macchina statale
«E io pago…» direbbe Totò, in questo caso interpretando la parte degli agricoltori italiani che continuano a pagare sulla loro pelle le incapacità e i ritardi burocratici di una macchina statale che purtroppo fa sempre acqua da tutte le parti.
A questo proposito, il commento del ministro Maurizio Martina suona così: «Ora dobbiamo portare a zero gli sprechi di risorse del periodo 2014-2020 senza aspettare l’ultimo momento», facendo riferimento alla montagna di euro che si è riversata sull’Italia con la nuova Pac e che ci permette di disporre sino al 2020 di somme ancora maggiori delle precedenti.
Il guaio si poteva evitare
Sarà proprio come dice Martina? Ce lo auguriamo, anche perché la possibilità di evitare questo smacco c’era, come spiega l’ultimo numero dell’Informatore Agrario che scrive: «Si trattava di scegliere la gestione unitaria delle risorse a livello nazionale dei diversi piani operativi regionali e in tal modo con la compensazione ci sarebbe stata la possibilità di spostare le risorse dalle regioni meno efficienti a quelle più efficienti. Ma tale opzione fu scartata». Mah. Sono i misteri che avvolgono la nostra amministrazione pubblica.
Ecco le Regioni da maglia nera
Dalle notizie informali che circolano, la lista nera delle regioni che non hanno speso tutti i soldi europei e che di fatto li hanno perduti per sempre, vede al primo posto la Campania con oltre 30 milioni di euro, seguita da Calabria e Sicilia con 20 milioni di euro, Sardegna con oltre 10 milioni, Piemonte con 8 milioni, Basilicata con 6 milioni di euro. Ma poi ci sono altre regioni coinvolte, con cifre minori ma ugualmente significative.
Gli agricoltori dovrebbero far sentire la loro voce
Gli agricoltori debbono conoscere queste criticità e dovrebbero trarne qualche considerazione operativa da esporre con chiarezza alle proprie organizzazioni, perché quei 100 milioni di euro erano destinati proprio a loro, attraverso le misure previste dai piani di sviluppo rurale, e quindi hanno subito un danno economico non irrilevante.
Non possiamo permetterci di perdere per inefficienza delle risorse pubbliche, anche di notevole entità, che sono a disposizione degli agricoltori e che debbono servire per rafforzare le imprese e per affrontare le sfide della competitività e dei mercati che si fanno sempre più impegnative.
Ci auguriamo che la voce degli agricoltori non rimanga ancora una volta confinata nell’ambito del loro perimetro aziendale. Lamentarsi e basta non serve a nulla.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra