Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’UE gli agricoltori italiani si troveranno un’amara sorpresa: ridimensionamento dell’importo PAC percepito. Secondo l’articolo del Dr. Matteo Bernardelli non ci sono ombre di sorta ma solo amare certezze. Ora che fare? Ne varrà la pena continuare a fare la domanda PAC considerando i costi delle sindacali agricole e la giungla burocratica? A voi la risposta, a noi la certezza della fregatura !
Meno soldi per gli agricoltori
Più che una sensazione, sembra una certezza. E riguarderà la prossima Pac, quella compresa tra il 2021 e il 2027, ammesso che rimanga la cadenza settennale delle Politiche agricole comunitarie. Un pit-stop sembra ci sarà con il prossimo 1° gennaio, limitato a poche correzioni di natura tecnica.
Fino alla fine di marzo i parlamentari europei potranno proporre emendamenti al cosiddetto Regolamento Omnibus, di cui il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Pe, Paolo De Castro, è relatore per gli aspetti agricoli insieme al collega Albert Dess.
Pac: le modifiche possibili dal 2018
Eventuali modifiche potrebbero riguardare la definizione di agricoltore attivo, la cui futura applicazione, qualora diventasse facoltativa, riaprirebbe numerose incognite, compreso l’accesso ai fondi comunitari per il settore primario di nuovo a campi da golf, aeroporti e affini. Potrebbe inoltre essere abolito il tetto massimo di 90 ettari per gli aiuti ai giovani agricoltori al primo insediamento. Lo strumento di stabilizzazione del reddito si dovrebbe applicare qualora il calo dovesse superare il 20% (con un miglioramento rispetto all’attuale 30%) del reddito medio annuo dell’imprenditore agricolo nei tre anni precedenti. In caso invece di crisi di mercato legate a sovrapproduzioni, è previsto che si possano concedere aiuti accoppiati garantendo lo stesso ammontare percepito nell’anno precedente, anche in caso di riduzione delle produzioni. Si tratta di questioni sulle quali il dibattito è appena iniziato e sarà senz’altro corroborato dalle opinioni che emergeranno dalla consultazione pubblica online sulla modernizzazione e la semplificazione della Pac, lanciata dalla Commissione europea nei giorni scorsi.
Verso il taglio dei sussidi, causa Brexit
Quello che invece sembra essere ineluttabile è il taglio dei sussidi, come conseguenza della Brexit. Lo ha anticipato lo stesso commissario all’Agricoltura, Phil Hogan, nel corso di un colloquio con il settimanale tedesco Der Spiegel. La Brexit, infatti, costerà al bilancio del settore agricolo 3 miliardi di euro l’anno. Innegabile che senza più il Regno Unito si dovranno stringere i cordoni della borsa.
A noi sembra tanto che questa sia un bel pretesto per dare meno soldi agli Stati membri che hanno una forte caratterizzazione agroalimentare (guarda caso, l’Italia), ora con la scusa della Brexit potranno tagliare agevolmente senza dover spiegare più di tanto, tanto in pochi sapranno leggere i bilanci e in pochi saranno interessati a dar battaglia in questo senso.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra