Il Sole 24 Ore pubblica un articolo che riapre le polemiche sui giovani “fannulloni” italiani:
Se negli anni del secondo dopoguerra a migrare era soprattutto giovane manodopera proveniente dalle aree
rurali del Mezzogiorno, oggi sono laureati e studenti universitari (immatricolati fuori regione) a spostarsi
dalle regioni meridionali e insulari, verso il centro-nord del Paese. Sono insomma i cosiddetti “best and
brightest”- spiega lo studio curato da Gaetano Vecchione dell’università Federico II di Napoli – a fare la scelta
di migrare. In particolare negli ultimi 15 anni il saldo della migrazione intellettuale italiana è risultato
pesantemente negativo per le regioni del Mezzogiorno. Per effetto dei trasferimenti verso il Centro-Nord, si
contano circa 200.000 laureati in meno tra i residenti del Mezzogiorno, senza considerare la crescente quota
di pendolari a medio e lungo raggio.
Il fenomeno ha assunto «connotazioni preoccupanti» – spiega l’indagine- , soprattutto se si considera che nel
2015 ben il 25% dei migranti totali da Sud a Nord erano laureati rispetto al solo 5% nel 1980 e che nel 2016 il
40% dei residenti al meridione iscritti presso un corso di laurea magistrale, si è spostato presso un ateneo del
Centro-Nord. Con alcune regioni che presentano tassi di uscita assai più elevati di altre: se in Abruzzo è solo
il 4%, in Campania è il 23%, in Sardegna il 36%, in Sicilia il 43%, in Puglia il 51%, in Calabria il 53%, in Molise il 61% e in Basilicata addirittura l’83%. Nel complesso secondo i dati dell’Anagrafe studenti del Miur, tra il 2004
e il 2015, il numero di immatricolati residenti al Sud ma iscritti ad un corso di laurea (triennale e ciclo unico)
al Centro-Nord è passato dal 18% al 26% del totale degli immatricolati meridionali (con quelli magistrali che
hanno raggiunto quota 38%).
E’ evidente come questo Paese abbia perso il lume della ragione tra politici che ignorano e non sanno vedere quanto accade nel Belpaese. Tutto e il contrario di tutto. L’unica cosa certa è che se un giovane vuole avere un futuro, o almeno sognarlo, deve fare la valigia senza alcuna nostalgia. Ritorno alla terra? “Mi faccia il piacere” avrebbe detto il principe Antonio De Curtis.
L’impalcatura della formazione va rivista per bene, non solo nell’immagine !
Dr. Nicola Gozzoli
Coordinatore insieme per la Terra