Una spirale di ottimismo relativamente alla rintracciabilità degli alimenti arriva dall’UE. L’articolo puntuale di Alessio Pisanò pubblicato su Agronotizie, permette di fare alcune riflessioni.
I punti saldi del regolamento – La nuova legislazione Ue prevede prima di tutto che i controlli riguardino tutta la catena produttiva agroalimentare (dai mangimi agli alimenti, la salute e il benessere degli animali, la sanità delle piante e i prodotti fitosanitari, i prodotti Igp, il biologico e le Indicazioni di origine) e che siano basati sul principio della prevenzione del rischio. Priorità inoltre al contrasto massiccio delle frodi, a standard più elevati per l’import di capi da allevamento da paesi terzi e maggior potere di intervento da parte della Commissione europea. A questo link è possibile consultare il testo definitivo del regolamento europeo.
Un sistema di controllo europeo – L’obiettivo della nuova legislazione è creare un sistema di controllo completo ed efficace lungo tutta la filiera agroalimentare, dagli alimenti ai mangimi, dai pesticidi all’Indicazione geografica protetta (Igp), integrato a livello europeo; mentre oggi le competenze sono soprattutto nazionali.
Controlli aggiuntivi nazionali – Le autorità nazionali potranno continuare ad eseguire regolari controlli a sorpresa in tutti i settori coinvolti, con sanzioni più severe in caso di frode o irregolarità compiute nel territorio europeo.
Tutela animali – Il nuovo regolamento punta anche a migliorare la qualità della salute e del benessere degli animali nel caso di capi di bestiame importati da paesi terzi o spostati da un paese europeo all’altro.
Lo scandalo della carne di cavallo – L’impeto a cambiare le regole europee è nato dallo scandalo che nel 2013 vide, a seguito di controlli condotti su cibi a base di carne bovina, venir trovate tracce di carne di cavallo in alcuni campioni addirittura fino al 100%.
Cifre del mercato agroalimentare europeo – La catena alimentare europea vale all’incirca 750 miliardi di euro l’anno e impiega 48 milioni di lavoratori in 17 milioni di società, fatto che ne fa la seconda industria agroalimentare del mondo.
I prossimi passi – L’ok del Parlamento europeo rappresenta l’ultimo passaggio del processo legislativo europeo.
Adesso si attende l’ok tutto formale del Consiglio Ue e la successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Attendendo che il percorso legislativo europeo si concluda ci domandiamo, conoscendo i tempi italici, quanto tempo il nostro Paese richiederà per avere un adeguato recepimento di queste nuove norme?
Indipendentemente da tale tempistica, le associazioni sindacali italiane potrebbero fare molta chiarezza sui propri siti e sui social pubblicando tutte le informazioni utili atte a tutelare il produttore ed il consumatore italiano. Invece, si preferisce stare zitti, si preferisce mantenere un basso profilo raccontando statistiche inutili e/o argomenti superflui. So cosa state pensando: “siete sempre i soliti negativi“, “dite sempre le stesse cose“, ecc… Invece siamo qua e continueremo ad insistere sulla verità delle cose, a costo di lottare contro i mulini a vento. Perchè le sindacali non alzano la voce mentre i territori sono stremati causa speculazione economica e qualitativa sui prodotti agricoli ed agroalimentari? Il costo burocratico ed economico degli attuali controlli sono purtroppo a carico del produttore; sinceramente ci domandiamo chi pagherà i costi di questi nuovi controlli. Visto il passato non abbiamo dubbi che sarà la parte più debole ad addossarseli. L’importante è che la Coldiretti di turno rimanga in silenzio, giusto per obbedire alla politica di turno.
Che brutta sensazione è avere la certezza dell’inesistenza della vera attività sindacale !
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra