Tutti avevano giurato di non sapere nulla, descrivendo la notizia come una bufala. Tutti i politici e tutti i sindacalisti hanno taciuto per il loro quieto vivere. Tipica situazione dove vige il proverbio popolare “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”.
Secondo il progetto Copa – Cogeca (European Farmers European Agri-Cooperatives) con sede a Bruxelles dal titolo “ELENCO DI OPZIONI PER AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ ATTUALI NEL MERCATO DEL LATTE” apprendiamo che:
Le disposizioni dell’articolo 222 del regolamento sull’OCM sono state rese disponibili a quelle
organizzazioni di produttori, organizzazioni interprofessionali e cooperative nel settore lattierocaseario
che intendono pianificare la propria produzione. Per il momento, non sembra ci siano
risultati positivi, anche per via del fatto che non ci sono incentivi finanziari per questa misura. Gli
Stati membri hanno la possibilità di utilizzare fondi nazionali (aiuti di stato). Tuttavia, alcuni di
essi non sono in grado di trovare le risorse necessarie, mentre altri non intendono attribuire fondi
a questo scopo.
In base ai dati della Commissione, un aumento dell’1,2% nel numero di vacche da latte è stato
riscontrato nell’UE a 15, mentre nell’UE a 13 si registra una diminuzione del 3% (la più
sostanziosa dal 2013 – da una riduzione del 5% in Polonia ed Estonia, a una del 10% in Irlanda).
Ciò sottintende un ulteriore aumento nelle consegne europee di latte nel 2016, specialmente nel
primo trimestre, mentre queste potrebbero stabilizzarsi a un livello leggermente inferiore a quello
del 2015 verso la fine dell’anno. Si può parlare di circa 2 milioni di tonnellate in più, con una
crescita contenuta in Francia, dove i trasformatori limitano gli incentivi per gli agricoltori ad
espandere la produzione. Un aumento significativo si registra in Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca,
e probabilmente nel Regno Unito; l’espansione è invece limitata in Germania. A est potrebbe
esserci una stabilizzazione delle consegne, specialmente in vista degli sviluppi nel patrimonio
bovino di Polonia, Ungheria, Slovacchia e paesi baltici.
A seguito delle riunioni delle Presidenze e dei Praesidia del Copa e della Cogeca, al gruppo di
lavoro “Latte e prodotti lattiero caseari” è stato richiesto di esaminare le misure collettive (dunque
obbligatorie) per affrontare la situazione di eccedenza e che potrebbero essere applicate in
momenti di crisi (dunque, di natura temporanea), con la possibilità di prolungarle, se necessario.
Di conseguenza, la Segreteria ha stilato un elenco di opzioni sulle quali desidereremmo ricevere il
vostro punto di vista (vantaggi, svantaggi).
Un regime di compensazione per la riduzione delle mandrie bovine
Nella propria relazione del 2010 sul mercato del latte e le condizioni per la graduale
estinzione del regime delle quote latte, la Commissione aveva affermato che sarebbe
sufficiente ridurre la produzione di latte dell’1-2% per esercitare un impatto sul mercato.
Se prendiamo questo dato come punto di partenza, le quantità di latte da ridurre
rappresenterebbero 3 milioni di tonnellate. Occorrono circa 500.000 vacche per produrre
questi volumi.
L’unità di compensazione sarebbe il prezzo di riferimento in equivalente latte per kg
(0,23€), che vorrebbe dire 1.380€ a vacca (per 1 anno). Ciò ammonterebbe a 700 milioni
di EUR per questa riduzione del numero di vacche.
Bisogna tenere a mente che anche se il numero di vacche diminuisce, la resa è un
elemento da non dimenticare
Tutti i dirigenti sindacali italiani nei giorni scorsi hanno inoltrato, alla rispettiva sede nazionale, le proprie osservazioni relativamente a questo progetto che sarà a breve definitivamente approvato e successivamente illustrato in un’audizione presso il Parlamento Europeo.
La verità è venuta finalmente a galla! Sarebbero state quindi le stesse sindacali agricole europee, comprese quelle italiane, a chiedere direttamente alla Commissione Europea di realizzare un piano programmato di abbattimento di almeno 500.000 bovine sparse nel vecchio continente. Ora finalmente è spiegato il silenzio relativo al tavolo del prezzo latte arenatosi a Roma. Gli unici contrari a questa misura straordinaria sono i produttori di carne, che vedrebbero crollare i prezzi a causa dell’eccessiva offerta.
In Italia i nostri sindacati, e gli amici sostenitori, negano ogni cosa per poi partecipare attivamente alla contrattazione a Bruxelles.
Giuda, a confronto delle sindacali, era sicuramente una suora di clausura !
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra