Gli Allevatori sono rimasti soli senza nessun rappresentante governativo che possa ascoltare e capire la drammatica situazione che il lattiero caseario sta vivendo.
Sinceramente mai avremmo voluto parlare in questi toni perchè auspicavamo che si raggiungesse un accordo soddisfacente, o comunque basilare, a sostegno del comparto per tutelare non solo le eccellenze agroalimentari prodotte ma anche la stessa occupazione.
Senza il raggiungimento di un accordo nazionale chiaro e trasparente tra Governo e Regioni le stalle chiuderanno in massa. Agli allevatori rimarranno solo i debiti da pagare frutto di investimenti infrastrutturali e tecnologici fatti negli anni oltre agli acquisti di quote latte.
Riportiamo integralmente il comunicato pubblicato sul sito dell’Assessore Regione Lombardia Gianni Fava.
(Roma, 25 febbraio) “Esprimo tutta la mia insoddisfazione alla luce del fallimentare incontro sul latte al ministero delle Politiche agricole, a cui hanno partecipato le Regioni. Con la politica del governo non si andrà da nessuna parte, chiuderanno altre stalle, perderemo ulteriormente spazi di sovranità alimentare e l’unico risultato soddisfacente lo registreranno le industrie di trasformazione, importando latte estero a basso costo e magari sfruttando comunque l’immagine del Made in Italy”.
Così l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha commentato i risultati negativi della riunione fra Regioni e ministero dell’Agricoltura.
“Di tutte le proposte avanzate da Regione Lombardia – ha riassunto Fava – è stata approvata solo quella inerente all’anticipo dei premi accoppiati della Pac sul latte, ma è troppo poco e rimane il dubbio che il ministro Martina non sappia come contrastare questa fase di estrema difficoltà per gli allevamenti da latte”.
Le proposte lombarde. Per risollevare il comparto dalla crisi ed evitare il collasso delle stalle lombarde e della Macroregione agricola del Nord, l’assessore Fava aveva avanzato oggi al Mipaaf un pacchetto di proposte concrete.
Fra le misure illustrate dall’assessore lombardo, in particolare, l’ipotesi di una moratoria sulle sanzioni delle campagne lattiere pregresse e, per il Fondo di solidarietà, una rinuncia ad attivare i prelievi alle stalle per l’annata 2014/2015; l’istituzione di polizze specifiche contro l’eccessiva volatilità e le forti oscillazioni dei mercati, da attivarsi con le risorse previste dal Piano operativo nazionale (Pon); misure specifiche e deroghe ad hoc per l’apertura dei Programmi di sviluppo rurale regionali (Psr) alle filiere in crisi, con interventi straordinari.
Sul fronte del prezzo, l’assessore Fava ha proposto la riapertura del tavolo negoziale con l’ipotesi di un accordo interprofessionale improntato alle modalità stabilite da Regione Lombardia lo scorso luglio 2015, con una indicizzazione legata prevalentemente alla destinazione finale della materia prima, con particolare attenzione ai formaggi Dop.
L’assessore Fava ha chiesto anche lo sblocco e il pagamento immediato dei premi accoppiati della Pac, misura che è stata approvata, e l’attivazione del Pon sulla biodiversità e sull’assistenza tecnica per il sistema allevatoriale.
Altro punto essenziale in favore non solo delle stalle da latte, ma più ampiamente della zootecnia, sul quale ha posto l’accento la Lombardia è stato la revisione della Direttiva nitrati e delle zone vulnerabili su base scientifica, dalle quali emergerebbe peraltro una responsabilità notevolmente ridotta degli allevamenti rispetto a quanto stabilito oggi dall’Unione europea e dalle leggi nazionali.
“Purtroppo, e temo per una mera questione ideologica di contrapposizione – ha commentato amaramente Fava – il ministero delle Politiche agricole ha votato per la condanna a morte delle stalle. Costringeranno le Regioni a fare da carnefici, imponendo forme di riscossione che decreteranno la fine di molte imprese e aumenteranno l’abbandono dei territori rurali. A fronte di un simile atteggiamento del governo, che giudico totalmente irresponsabile, la Lombardia, a questo punto, attuerà qualsiasi azione utile ai produttori, nel rispetto comunque della legge”.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra