Vi sembrerà un’assurdità ma la realtà è che le banche non conoscono l’agricoltura del Belpaese. Vi starete domandando se sono impazzito oppure a cosa concretamente mi sto riferendo?
Tutto inizia da un articolo del Sole 24 Ore pubblicato il 20 di agosto dal titolo “Dalle BCC più impieghi al settore agricolo“. Dopo il consueto carosello di cifre che indicano un aumento dei finanziamenti bancari destinati all’agricoltura friulana, vengono dati dei consigli per migliorare il rapporto banca – impresa:
“Quello che conta, però, è che le aziende sappiano presentarsi alle banche con idee innovative, business plan ben fatti e bilanci ben scritti“
Ci permettiamo di fare alcune osservazioni:
1. I business plan, essendo realizzati da professionisti economici con adeguate competenze, richiedono costi tecnici non indifferenti soprattutto tenendo conto che spesso le Sindacali richiedono costi pratica anticipati ed a percentuale;
2. Per la quasi totalità le Aziende Agricole sono ditte individuali e società semplici, per cui non ci sono bilanci come del resto stabilito per legge.
Tra le tante riforme che il comparto agricolo richiede c’è sicuramente la necessità dell’apertura obbligatoria di un ufficio agrario in ogni Istituto bancario e di parametri di valutazione omogenei e adattati alle specificità del settore primario.
Perlomeno per non fare brutta figura quando si fanno dichiarazioni sul Settore.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra