Per una volta vi vorrei costringere a non raccontare le classiche barzellette sui carabinieri ma ad analizzare l’analisi di alcuni PSR relativi all’acquisto di attrezzature agricole. Giusto per l’occasione vi consiglierei di munirvi di carta e penna così da schematizzare le varie proposte illustrate e, magari, di una buona dose di calmanti. Non ci credete ?
Oltre alla famosa “legge Sabatini”, a chi cerca incentivi per rinnovare il proprio parco di attrezzature agricole aziendali non rimane che la Misura 4 dei Psr, che riguarda gli “investimenti materiali nelle aziende agricole”.
In virtù dell’autonomia decisionale dei diversi territori, e quindi senza un’adeguata programmazione nazionale concordata con il Mipaaf che sarebbe stata quantomai opportuna, le Regioni italiane si sono comportate in maniera molto difforme, sia nello stanziamento totale a favore degli investimenti in attrezzature, sia nell’emissione dei primi bandi che hanno riguardato il 2015 e il 2016.
Molte regioni, per esempio, devono ancora emanare i bandi perché hanno dato priorità ad altre misure, e così gli agricoltori che vogliono innovare non possono programmare gli investimenti perché i burocrati regionali non hanno nemmeno fatto un calendario di uscita dei bandi (fatta eccezione per la Regione Emilia-Romagna). Questa è un’altra grave mancanza, perché se almeno si sapesse in quale mese e anno saranno a disposizione i soldi, ognuno si regolerebbe di conseguenza. Invece bisogna fare gli indovini.
E ora passiamo agli stanziamenti previsti per la Misura 4. Prendiamo come esempio quattro regioni del nord Italia, facendo riferimento a uno studio di Ermanno Comegna e Tito Colanzi pubblicato su L’Informatore Agrario.
Piemonte: 291 milioni di euro per 7 anni.
Lombardia: 409 milioni di euro per 7 anni.
Veneto: 446 milioni di euro per 7 anni.
Emilia-Romagna: 150 milioni di euro per 7 anni.
La sensibilità del burocrate regionale nei confronti dell’innovazione tecnologica è assai diversa, anche se dovrebbero sapere che appena il 16% degli spandiconcime e delle barre irroratrici italiane ha meno di 10 anni. Questo significa che è un’esigenza prioritaria della nostra agricoltura il rinnovamento delle attrezzature, e quindi a questa misura sarebbero dovuti arrivare molti più soldi.
Chi doveva fornire queste indicazioni agli enti regionali? Ovviamente la struttura centrale di coordinamento che è il Mipaaf, altrimenti a che serve? Ma ciò non è stato fatto, la storia si ripete.
Perché tiriamo in ballo il Mipaaf? Perché proprio dal Mipaaf è partito il progetto “Agricoltura 4.0“, con il lancio in grande stile dell’agricoltura di precisione, sostenuta da superammortamenti al 250% per l’acquisto di software, sistemi gestionali, antenne, monitor e via dicendo.
Dato che l’agricoltura di precisione si può applicare in campo solo se l’agricoltore o il contoterzista dispongono di trattori e attrezzature Isocompatibili, come possiamo diffonderla sino a coprire il 10% della SAU nazionale (questo l’obiettivo dichiarato del Mipaaf) se disponiamo di un parco macchine vetusto? Tutti sanno (ma il Mipaaf forse no) che mentre un trattore si può trasformare con una somma sostenibile in Isocompatibile, questa regola non vale per le attrezzature agricole. Ed è proprio per questo che occorreva dotare la misura 4 di più cospicui finanziamenti, perché è sulle attrezzature che occorre un rinnovamento massiccio e rapido.
Ma quanto rimane da spendere da ora sino al 2020 con nuovi bandi alle quattro regioni del nord sopra citate? Vediamolo:
Al Piemonte rimangono da spendere 211 milioni di euro.
Alla Lombardia rimangono da spendere 169 milioni di euro.
Al Veneto rimangono da spendere 381 milioni di euro.
All’Emilia-Romagna rimangono da spendere 96 milioni di euro.
I limiti minimi e massimi di investimento e contributi
Piemonte: investimento minimo 25.000 euro, investimento massimo 250.000 euro. Contributi: 40% del costo di investimento (maggiorazione del 10% per la montagna) e 50% per i giovani agricoltori, con maggiorazione del 10% per i progetti integrati con contestuale presentazione della domanda della Misura 6.1.
Lombardia: investimento minimo 40.000 euro, investimento massimo 3 milioni di euro. Contributi: 35% del costo dell’investimento ammissibile, con maggiorazione del 10% per le zone svantaggiate. Per i giovani supplemento del 10%.
Veneto: investimento minimo 15.000 euro, investimento massimo 600.000 per aziende e 1.200.000 per cooperative agricole di produzione. Contributi: 40% dell’investimento ammissibile, con maggiorazione del 10% per i territori montani e per i giovani.
Emilia-Romagna: investimento minimo 20.000 euro, investimento massimo 3,5 milioni di euro. Contributi: 40% dell’investimento ammissibile, con maggiorazione del 10% per i giovani e per le aree svantaggiate.
Non vi sembra che qualcuno “dia i numeri” ?
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra
Fonte: Il Nuovo Agricoltore