Nel riportare lo sconcertante articolo di Mirco Zecchini, apparso su Il Nuovo Agricoltore, vogliamo ricordare che da tempo stiamo denunciando un clima di dittatura agricola operato dalle sindacali italiane.
Il mondo agricolo, e in particolar modo il settore dei seminativi, sta attraversando un periodo difficile in quanto le importazioni da altri paesi condizionano i prezzi della produzione nazionale. La strada da seguire per uscire dall’attuale situazione passa dalla diminuzione dei costi a livello aziendale e dall’adozione di nuove tecnologie. Eppure, a proposito di nuove tecnologie, alla recente Fiera di Santa Lucia organizzata in provincia di Treviso è accaduto un fatto a dir poco sconcertante: la multinazionale Monsanto-Dekalb aveva organizzato per lunedì 12 dicembre un convegno incentrato sull’agricoltura di precisione per la coltura del mais, al quale tra l’altro sono stato invitato.
La Coldiretti, presente alla fiera con “Campagna amica”, ha minacciato di disertare la manifestazione se non fosse stato revocato il convegno, in quanto Monsanto è anche produttrice di glifosate e sementi ogm. Così il Comune di Santa Lucia e l’ente fiera hanno revocato alla multinazionale il permesso per realizzare il convegno.
Questi fatti mi hanno lasciato basito e mi fanno pensare al medioevo e ai tempi dell’inquisizione, quando l’innovazione e le scoperte della scienza erano scambiate per stregoneria. Solo che ora l’inquisitore è un grande sindacato che si professa amico degli agricoltori, ma che purtroppo non lo è nei fatti. Questo sindacato non si mette mai in discussione e sembra perfino intimidito dal confronto con le persone edotte, a conoscenza dei fatti e che hanno sperimentato a lungo le situazioni giungendo “alle conclusioni”. Sembrano avere paura dei confronti e preferiscono i monologhi.
In un’intervista uscita a seguito di questo fatto, il responsabile Coldiretti di zona si è detto soddisfatto per avere salvato il modello di agricoltura sostenibile che l’organizzazione da anni difende; un modello, quello di “Campagna amica”, forse valido per qualche produzione di nicchia, ma sicuramente perdente per le grandi produzioni. Nella realtà dei fatti la grandissima parte dell’agroalimentare italiano è prodotto in aziende di medie o grandi dimensioni, le quali puntano innanzitutto sull’abbassamento dei costi e su nuove tecniche di produzione per poter affrontare un mercato globale sempre più difficile.
Tornando ai fatti di Santa Lucia ed entrando nel merito di essi, non si capisce il motivo di tanto astio nei confronti di un un argomento molto interessante dal punto di vista tecnico, che nulla c’entra con glifosate e ogm. L’attacco a Monsanto è servito ancora una volta a Coldiretti per darsi visibilità verso un mondo agricolo che ormai gli sta sfuggendo, e per crearsi uno spazio in un’altro mondo che è quello dei consumatori.
Una cosa vorrei chiedere a Coldiretti: come mai nei vostri Consorzi Agrari si vendono prodotti Monsanto, compreso il glifosate? Di fronte ad avvenimenti di tale gravità speravo di sentire più di qualche voce alzarsi e anche qualche indignazione, ma purtroppo è seguito il silenzio di un mondo agricolo sempre più confuso.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra