Se pensavate di aver letto e sentito il peggio della burocrazia stato-sindacale italiana vi dimostreremo che dovrete non solo ricredervi ma mettervi letteralmente le mani nei capelli.
Rinvio su rinvio, cavillo su cavillo finalmente si è aperto il sipario della revisione dei mezzi agricoli dove i politici italiani ed i nostri Sindacati si fingono paladini della sicurezza sul lavoro per imporre nuova burocrazia. Probabilmente agli occhi di questi Signori non solo non è data l’evidenza devastante della crisi economica sulle Imprese Agricole ma anche che ritengono che il portafoglio degli agricoltori si possa aprire come una fisarmonica per il pagamento dei balzelli legati alle revisioni o magari addirittura acquistare nuovi mezzi magari all’ultimo grido.
Nessun Sindacato ha posto l’evidenza dell’attuale crisi come condizione di non procedibilità delle milioni di revisioni di mezzi agricoli da programmare; solo esaminando una singola provincia come quella mantovana possiamo evidenziare numeri da capogiro ossia oltre 63.500 revisioni di cui circa 39.500 trattori e circa 24.000 fra rimorchi e macchine semoventi. I costi della revisione previsti per ciascun trattore dovrebbero aggirarsi intorno ai cento euro.
Ma costi e numero degli automezzi interessati non sono gli unici problemi da considerare. Mancano infatti anche le officine autorizzate per svolgere tali operazioni e regole applicative delineate in maniera chiara. Pensate che addirittura nell’80% dei casi le macchine in questione sono state immatricolate prima del 1990 e richiederanno inevitabilmente interventi dispendiosi, stimati in circa duemila euro per veicolo, per poter aver accesso alla revisione.
Sinceramente ci domandiamo a quanto ammonteranno i costi dell’assistenza che le Organizzazioni Agricole daranno a noi agricoltori accompagnate magari da lunghi discorsi su quanto stiano facendo per il nostro bene e per il nostro futuro.
E gli affari sulle nostre spalle continuano …
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra