L’articolo pubblicato in data 10 marzo su Teatro Naturale evidenzia chiaramente lo scontro politico ed economico in atto nelle Istituzioni europee per distruggere chiaramente la dieta mediterranea. Sconcertante è la sottomissione che alcuni settori associativi hanno intrapreso, nascondendosi dietro ad inesistenti e fantomatici interessi dei consumatori. Al cittadino europeo l’autorità politica deve garantire, in primis, il diritto alla salute ed alla corretta informazione agroalimentare; non deve essere in alcun modo fuorviato ed ingannato nelle sue scelte alimentari.
Coca Cola e Pepsi Co, Mars e Mondelez, Nestlé e Unilever hanno dichiarato il loro appoggio all’etichettatura a semaforo, il ‘traffic lights system’, a suo tempo introdotto su base volontaria dalla GDO britannica col sostegno delle associazioni dei consumatori e poi recepito dall’amministrazione sanitaria d’oltremanica.
A rivelarlo è Dario Dongo (Greatitalianfoodtrade): “Nel medio termine, la Commissione europea, col sostegno delle grandi lobby industriali e delle associazioni dei consumatori, potrà considerare i semafori d’oltremanica come il modello da applicare in tutta Europa, sia pure a titolo facoltativo. Un primo passo in avanti, anche se in Italia potremmo vedere applicato questo sistema solo fra alcuni anni”.
Tra i primi a schierarsi a favore dell’etichettatura a semaforo è stata l’associazione dei consumatori Beuc che “accoglie con favore” l’annuncio delle multinazionali dell’alimentare di voler sviluppare un’etichettatura nutrizionale a semaforo, ma “deplora il modo in cui i produttori vogliono definire i colori che riflettono il valore nutrizionale degli alimenti”. In particolare, il Beuc ritiene che potrebbe risultare fuorviante per i consumatori il fatto che l’etichetta con codice cromatico a indicare la presenza di grassi, sale e zuccheri sarà integrata da informazioni sulla porzione.
Insomma, via libera al fatto che verrebbero penalizzati cibi tradizionali, tra cui praticamente tutti i formaggi, come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, ma anche il Prosciutto di Parma. Semaforo rosso anche per l’olio extra vergine d’oliva.
Come ti distruggo la Dieta Mediterranea, che tanti problemi ha creato alle multinazionali del cibo, con un gioco di colori.
Non tutte le associazioni dei consumatori, però, sono convinte dell’uso dell’etichetta a semaforo. “Non esiteremo a presentare una miriade di esposti in procura per truffa se le aziende immetteranno in commercio prodotti alimentari con il semaforo in etichetta – spiega il Codacons – Si tratta infatti di una evidente minaccia per i consumatori, che sarebbero sviati e condizionati nelle loro scelte economiche dalle indicazioni fuorvianti fornite dai colori rosso, giallo e verde delle etichette apposte sulle confezioni, assolutamente inadatte a fornire informazioni esaustive circa le caratteristiche nutrizionali del bene in vendita”. Contro i marchi alimentari che applicheranno il semaforo, il Codacons lancerà una campagna di boicottaggio, spingendo i consumatori italiani a non acquistare i loro prodotti.
Multinazionali del cibo contro piccola industria alimentare? La presa di posizione di sei grandissime multinazionali del cibo non ha però pienamente convinto FoodDrinkEurope, associazione di categoria dell’industria alimentare Ue. “Riconosciamo che l’iniziativa si basa sul sistema delle porzioni di riferimento, che FoodDrinkEurope ha sviluppato per aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli” ma, sottolinea la nota dell’associazione, “FoodDrinkEurope e la maggioranza dei suoi membri non sono a favore dei codici cromatici in quanto potenzialmente fuorvianti e fonte di confusione”.
Dopo lo smacco subito dalla Commissione UE, che ha recentemente dato il via libera all’etichettatura a semaforo in Gran Bretagna, nonostante la protesta italiana, il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina annuncia: ”scriveremo ancora anche nelle prossime ore alla Commissione UE di intervenire per impedire la diffusione di un elemento così distorsivo del mercato. Provoca danni economici e d’immagine ai nostri prodotti, non porta alcun beneficio per i consumatori e non promuove uno stile alimentare equilibrato o una dieta sana, classificando i cibi con parametri discutibili e approssimativi”.
L’interesse di questa politica malsana a cosa e quanto corrisponde?
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra