Pochi giorni fa dalle pagine dell’Unità il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina si affrettò ad attaccare il Vice Presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio relativamente alle dichiarazione di quest’ultimo lanciate su Facebook sul pagamento dell’IMU e sulla fiscalità agricola definendolo un populista incapace di studiare un provvedimento legislativo:
Peccato non abbia capito cosa ci sia scritto sulla legge di stabilità, è il senso della replica che arriva a stretto giro da parte del ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. “Ho letto un post di Luigi Di Maio che definisce ‘infami’ le misure a favore degli agricoltori italiani nella legge di stabilità” specifica su Facebook Martina. “L’uso di questo aggettivo dice molto della logica populista che muove queste provocazioni” prosegue il ministro, sottolineando quelli che definisce i fatti: “Abbiamo destinato 800 milioni di euro alle imprese agricole che saranno utili per fare investimenti, creare occupazione e dare futuro alle loro attività. Questo grazie in particolare alla cancellazione dell’Irap (200 milioni) e dell’Imu sui terreni delle imprese agricole (400 milioni) le cui coperture complessive vengono per oltre l’85% da fuori il comparto agricolo ossia dal bilancio generale dello Stato”. E riferendosi all’esponente del Movimento 5 Stelle, il ministro dice: “Cita gli aumenti delle rendite agrarie e dominicali, ma non ha letto che non riguarderanno gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti. Dice poi dell’aumento dell’imposta di registro, ma al deputato 5 Stelle sfugge che anche questo adeguamento non riguarderà chi fa agricoltura di professione. A tutto ciò – continua a chiarire Martina – si aggiungano i 140 milioni che rifinanziano il sistema agevolato assicurativo in agricoltura, i 45 milioni per la sicurezza e il rinnovo delle macchine agricole, l’estensione degli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato anche agli operatori del settore agricolo e l’aumento della compensazione forfettaria Iva fino al 10% per il settore lattiero-caseario”. Infine, il Ministro assicura di voler continuare a sostenere “un settore che è protagonista del rilancio economico del Paese” e conclude rassicurando il deputato grillino che “questi sono i fatti, altro che scelte ‘infami’”.
Dalle pagine di Agricolae si apprende invece che a pagare saranno i pensionati ed i giovani:
A rimanere fuori dall’abolizione dell’Imu “agricola” con il cerino in mano sono – da quanto si apprende leggendo il testo della Manovra fnanziaria 2016 – tutti quegli agricoltori che affittano o danno in comodato d’uso i propri terreni. Tra questi figurano anche i terreni che i giovani prendono in affitto da terzi o spesso in comodato d’uso dai propri padri per non dover pagare – all’inizio dell’attività – le spese di successione o per altri motivi familiari legati all’eredità che coinvolge altri fratelli o sorelle. Inoltre è presumibile che l’affittuario che si trova a dover pagare “doppio” carichi sull’agricoltore il peso dell’Imu sull’affitto mensile. Questo inevitabilmente si ripercuoterà sulle spese e sui costi finali dell’attività agricola. Quindi a pagare le spese dell’abolizione dell’Imu sarà l’agricoltore con partita Iva “non proprietario” che in genere è quello con maggiori spese e con minore capacità finanziaria. Ad essere avvantaggiato sarà invece l’agricoltore proprietario-conduttore iscritto alla previdenza agricola a prescindere dall’ubicazione dei terreni.
Finalmente hanno smesso di sventolare le bandierine gialle dell’Expo e le bugie del Governo sono arrivate al capolinea. L’Italia della vergogna con la scritta “FINE”.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra