A volte si preferisce non esternare quello che si prova, impossibilitati a parlare e pensare perchè increduli e sconcertati. Questo è il caso di oggi, dopo aver letto Catania.BlogSicilia. Questo baratto, già precedentemente anticipato, quanto ci costerà in termini economici, occupazionali e sociali ? L’importante, ironicamente parlando, è che paghi sempre il primario italiano !
Via libera del Parlamento europeo all’incremento della quota d’import dell’olio di oliva tunisino in regime di esenzione fiscale nel mercato comunitario. La decisione, votata stamani, con 500 voti favorevoli, 107 contrari e 42 astensioni, diventa definitiva e rischia di assestare un duro colpo al comparto olivicolo siciliano.
Nelle scorse settimane a più riprese alcuni eurodeputati hanno tentato di scongiurare questa decisione attraverso degli emendamenti contrari all’incremento dell’import.
“Il mercato europeo sarà letteralmente sommerso da 70 mila tonnellate di olio tunisino in più all’anno e senza alcun dazio – spiega l’europarlamentare Salvo Pogliese che ha dato la notizia in un comunicato – estromettendo di fatto l’extra vergine made in Italy che pur qualitativamente superiore ha costi sensibilmente maggiori. Un colpo per i nostri produttori già fortemente in crisi e che negli ultimi anni hanno visto precipitare il prezzo dell’olio d’oliva”.
“Se la mano che colpisce la nostra produzione olearia è quella di Bruxelles – conclude Pogliese – non possiamo dimenticare che ad averla armata è stata l’italianissima esponente del Pd Federica Mogherini, grande sponsor della decisione di ampliare le quote d’import dell’olio di oliva tunisino, che ha mostrato grande disinteresse per gli effetti disastrosi per l’Italia di questa iniziativa”.
“Ho votato contro – afferma anche Giovanni La Via – perché ritengo che l‘Ue debba cambiare approccio, perché non si può pensare di aiutare Paesi esterni danneggiando la nostra economia o parte di essa. E in questo caso non ritengo nemmeno ci sia un aiuto concreto per la Tunisia”.
“Per questo – conclude il presidente della commissione ambiente dell’Europarlamento – la Commissione europea deve adesso monitorare l’implementazione dell’accordo per evitare frodi e contraffazioni, e procedere al più presto con il riconoscimento di misure compensative per i nostri olivicoltori”.
Anche Michela Giuffrida, componente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo ha votato no all’accordo sull’olio tunisino: “Già durante la scorsa plenaria io ho votato contro, pur condividendo lo spirito di solidarietà che lo ha ispirato, ma non sottoscrivendo le modalità con cui la Commissione lo ha attuato. Resto contraria – ribadisce Giuffrida – perché non si può pensare di sottoscrivere un accordo i cui effetti negativi ricadano solo su alcuni Paesi, e in particolare sempre su un comparto, l’agricoltura, senza neppure prevedere a priori uno studio di impatto su ciò che questo comporterà”.
Intanto a Catania, dove proprio oggi migliaia di agricoltori del sud si sono dati appuntamento per difendere l’agricoltura made in Italy, la notizia è stata presa con rabbia e preoccupazione.
“Ora è necessario rafforzare i controlli e stringere le maglie della legislatura per evitare frodi e inganni – dice il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo -. Ancora una volta settore agricolo diventa merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale. Ci vuole anche uno sforzo aggiuntivo di valorizzazione delle produzioni nazionali, in un momento storico per l’alta qualità”.
Critici anche i senatori siciliani del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, Giuseppe Ruvolo, componente della Commissione Agricoltura, Giuseppe Compagnone e Antonio Scavone e il senatore pugliese Francesco Amoruso.
“L’Italia – scrivono in una nota – deve ancora imparare a difendere i suoi punti di forza, tra cui l’agricoltura, il ‘made in Italy’, i prodotti che contraddistinguono i nostri territori. In Sicilia gli agricoltori stanno ancora pagando caro l’accordo tra Ue e Marocco nell’ambito della Pev (politica europea del vicinato) con i prezzi alla vendita dei produttori che sono drammaticamente crollati. E’ possibile prestare il fianco in questo modo?”
Secondo i senatori di Ala si tratta di “una battaglia che si gioca sulla pelle degli agricoltori che producono secondo i nostri standard sanitari, che hanno dei costi ben precisi e non riescono a competere con chi produce a costi nettamente inferiori e svende la propria merce. La qualità costa e va difesa. Il ministro Martina si è detto contrario all’aumento della quota a dazio zero e Galletti ha annunciato il rifinanziamento del piano dell’olio 2014-2020 con 30 milioni di euro. Speriamo che queste parole non cadano nel vuoto e che arrivino misure pratiche per sostenere gli agricoltori, a partire da politiche di detassazione. Va bene la solidarietà alla Tunisia per gli attacchi terroristici, ma i nostri agricoltori non meritano solidarietà?”.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra