Mentre i nostri governanti festeggiano le vacanze con gran cenoni, gli animali delle zone terremotate stanno morendo di freddo. Perchè? Semplice! Nessun partito della maggioranza si è accorto che non sono arrivate le strutture per mettere al riparo gli animali, lasciandoli in balia della neve e delle temperature glaciali. Il destino di questi animali è di morire di stenti, senza nutrirsi, causa l’abbondante quantitativo di neve caduta, e di freddo.
Bestiame al pascolo, sotto la neve e senza stalle sicure dove accogliere mucche e pecore. «I vitellini moriranno di freddo». Scenario da dopoguerra a Pieve Torina dove gli allevatori gridano allo scandalo. Dalla prima scossa di terremoto, quella del 24 agosto, che portò già i primi danni all’entroterra Maceratese, le aziende attendono ancora i moduli provvisori per riparare il bestiame dall’inverno. «Pur di non vedere morire le mie mucche di freddo – racconta Mirko Angeli, titolare insieme ai fratelli Luca e Giovanni, dell’omonima azienda agricola del paesino montano – ho deciso di metterle nella stalla dichiarata inagibile. Cosa altro posso fare? La richiesta dei moduli provvisori l’ho fatta più di quattro mesi fa e non si è mosso nulla. Ancora dormiamo in una roulotte. E’ uno scandalo». Angeli ha mille pecore e 60 mucche da latte.
Da ieri ha deciso di riportarle nelle due stalle. Una, quelle delle pecore è lesionata ma ancora devono passare i tecnici per dichiarare se è agibile o meno. La seconda, per le mucche, è stata dichiarata inagibile. Metà tettoia è crollata. «So che con le scosse che qui continuano – prosegue l’allevatore – il mio bestiame rischia di essere schiacciato dalle macerie ma fuori morirebbero lo stesso. I lupi hanno già attaccato una vitella, sbranandola. Quassù ci hanno dimenticati». Angeli ha moglie e due figli. Con lui, in famiglia, ci sono anche gli anziani genitori e la suocera oltre ai due fratelli che gestiscono l’azienda. «Avevamo trovato chi ci forniva sia i moduli provvisori per le stalle – dice – che quelli per le casette di legno, per permetterci di passare un Natale migliore. Costavano anche meno di quelle che attende la Regione. Ma non possiamo prenderle perché poi non verremmo rimborsati. Quindi dobbiamo aspettare ma non quanto resisteremo. Ce lo dicano che intenzioni hanno o portiamo gli animali in albergo». Per fare i regali di Natale ai figli, l’allevatore ha venduto alcune mucche. «Le ho svendute – spiega Angeli – perché ora, con questa situazione, gli acquirenti di bestiame tirano molto il prezzo.» Sanno che ne hanno bisogno «I vitellini moriranno di freddo – dice il titolare Attilio Rivelli – abbiamo avuto infatti mucche che hanno partorite nella neve». La sua attività è di mucche da macello, marchigiane. «Ne ho 150 – continua l’allevatore – un po’ sono riuscito a sistemarle in una stalla di un amico, in una frazione. Altre sotto ad una tettoia. Me ne mancano all’appello 60 che stanno ancora al pascolo. Non riescono a tornare perché la stalla è crollata e loro si sono disorientate. Per ora abbiamo messo del fieno nella zona dove vanno al pascolo che è coperta di neve. La situazione è critica. Dovrò macellare più bestiame rispetto alla media di questo periodo perché comunque la loro sopravvivenza non è garantita in queste condizioni. In tempi non di terremoto le mucche sarebbero state al riparo già da un mese».
Leggere l’articolo di Marina Verdenelli mi ha causato una sensazione indescrivibile, difficilmente commentabile, sicuramente lascia di sasso e l’amaro in bocca. Dove sono finiti i responsabili dell’ASL locale che non hanno imposto il benessere animale alle autorità pubbliche? Dove sono finite le Prefetture delle zone terremotate? La nostra Associazione continuerà instancabilmente a denunziare ogni tipo di assenza politica, economica e sociale che gli Enti preposti hanno purtroppo dimostrato nel cuore della nostra Italia.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra