Non è ancora terminato il mese di Marzo senza la nostra ennesima figuraccia con l’Unione Europea che, ha contestato la non completa trasparenza nell’assegnazione di una gara pubblica (si veda Articolo di Agricolae che ne spiega i dettagli), dovevamo finire il mese in bellezza!
Abbiamo estratto questa parte dall’articolo che riassume un pò tutta la vicenda:
…lo stesso ministero rilevava presunte difformità rispetto alle linee guida emanate da parte di apposito comitato ministeriale, delle procedure di selezione comunicate dalle diverse organizzazioni per 5 del 10 programmi approvati. Questo sul presupposto della contestazione sollevata dai servizi della Commissione dell’UE relativamente alle modalità di gestione demandate all’Italia per i programmi approvati nell’ambito del Regolamento (CE) n. 3/2008 nell’arco temporale dal 2010 al 2015, Con tanto di richiesta di rimborso da parte dell’Italia di oltre 10,5 milioni di euro erogati da Bruxelles.
Contestazione fondata sul presupposto di presunte irregolarità addebitate allo Stato italiano in materia di mancata attivazione, all’epoca dei fatti, di analoghe procedure di “trasparenza” in materia di selezione degli organismi di esecuzione, nel caso dei nuovi programmi approvati e sulla valutazione.
Di conseguenza, il Ministero ha dovuto fare un dietro front, sospendendo le assegnazioni e prorogando le attuali:
A riguardo, il ministero, dopo una proposta di auto taglio – tramite procedura Cocof – ha richiesto ed ottenuto dalle autorità comunitarie di Bruxelles una proroga per consentire anche a coloro che non erano riusciti a rispettare le linee guida di poter emanare un nuovo avviso di gara. La prima a scrivere la Gran Latte, di cui AGRICOLAE pubblica la lettera emanata in “autotutela” a giustificazione dell’annullamento della precedente gara.
Ma qui il mistero si infittisce perché il presupposto del provvedimento adottato da Granlatte si fonda sulla seguente motivazione: “constatato che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha ritenuto che il bando pubblicato sopra citato non garantiva la possibilità di partecipazione ad un ampio numero di operatori economici in quanto in contrasto con la normativa nazionale sugli pubblici appalti”
Ma essendo Granlatte un soggetto “privato” perché applicare la direttiva sul “pubblico appalto” laddove appare più appropriato definire la procedura di selezione attivata come di “gara privata di evidenza pubblica”? E perché il medesimo provvedimento esteso ad altre 4 organizzazioni rappresentative nazionali se dall’esame delle ragioni sociali si evince che tutte fanno capo a “organizzazioni non pubbliche” ?
Insomma, non s’è persa (nuovamente) l’occasione di fare l’ennesima figuraccia con l’Unione Europea ed i Paesi membri, inoltre non riusciamo nemmeno a spendere i soldi che ci vengono assegnati per inadempienze, burocrazia, inefficienze e… intoppi come questo, che bisogna sempre fermare tutto e tornare al punto di partenza, facendoci perdere competitività e danaro!
Se un organismo di controllo c’è, il MIPAAF ed addirittura all’interno c’è un “apposito comitato ministeriale”, che hanno fatto invece che controllare che tutto venisse fatto a regola d’arte? Sono andati a fare la spesa al mercato come si vede nelle immagini al Telegiornale della sera quando si becca qualche “furbetto del cartellino”?
Il fatto sta che qui a furia di fare i furbi, stiamo facendo la figura dei fessi!
Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra