L’Europa fa di tutto per confondere il consumatore con etichette poco chiare, per non dire indecenti.
Il primo nemico da abbattere è sicuramente l’agroalimentare italiano; tutti lo hanno capito tranne i politici nostrani, che, chinati testa e schiena, obbediscono ad ogni legge che va a discapito delle nostre eccellenze.
Dopo la proposta, per fortuna decaduta, dell’etichettatura semaforica inglese, arriva invece l’abolizione obbligatoria della data di imbottigliamento dell’olio. Secondo voi non facevano prima a scrivere “preferiamo le patacche straniere” ? Questa è l’Europa del divieto alla serietà ed al lavoro agricolo italiano. Il silenzio inquietante del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e della Coldiretti lascia sinceramente basiti; invece di protestare, di reagire, di proporre si procede ad erigere un muro informativo così da obbedire tacitamente e facilmente a Bruxelles.
Nell’etichetta dell’olio non sarà più obbligatorio indicare la data di imbottigliamento. E’ arrivato il via libera definitivo dalla Camera dei deputati alla norma, su richiesta di Bruxelles, che prevede solo una definizione generica ” da consumarsi entro…” sostituendo il termine di conservazione attuale dei 18 mesi e sarà favorito in questo modo lo smaltimento delle vecchie scorte. La data potrà comunque essere indicata volontariamente dal produttore o dal confezionatore. Il presidente dell’Unaprol, David Granieri, commenta così la norma: “Il Parlamento italiano avrebbe dovuto mostrare più cautela per la trasparenza in etichetta ma ora serve un impegno per varare una legge che stabilisca il principio di corresponsabilità della Gdo. La grande distribuzione organizzata diventa, come dimostrano le recenti multe comminate dall’Antitrust ad alcuni noti …
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra
Fonte: agronotizie