Come già precedentemente anticipato nel nostro articolo dal titolo “L’olio tunisino porterà alla tomba l’olio italiano” nella giornata di ieri si è concretizzato quanto temevamo.
Mentre in Italia i maggiori partiti raccontano e promettono nei veri comizi di difendere ad oltranza in Europa l’agroalimentare italiano, a Bruxelles, invece, fanno prevalere il senso degli affari sulla quotidianità reale.
Con il voto compatto di tutto il Partito Democratico, di Forza Italia e dei vari gruppi del Partito Popolare Europeo, la Commissione Commercio Internazionale del Parlamento europeo ha approvato l’importazione, senza alcun dazio, di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino. Questa ulteriore quota si aggiunge alle 56.700 tonnellate annue già previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia e sarà in vigore per due anni.
Questo schema suicida per l’economia del nostro meridione, così come dimostrato dai precedenti accordi con il Marocco che hanno contribuito a distruggere la produzione di arance nel Sud Italia. Garantita sarà la chiusura di molti piccoli oleifici e di molte aziende agricole con un impatto sociale ed occupazionale di rilevanza catastrofica.
Dietro l’invasione dell’olio tunisino ci sono precisi interessi economici in gioco: l’obiettivo è quello di affossare i piccoli e medi produttori del Sud Italia, mentre ai grandi viene data la possibilità di comprare a prezzo stracciato l’olio extraeuropeo per poi spacciarlo Made in Italy.
L’agricoltura italiana, ancora una volta, viene usata come merce di scambio per la politica internazionale. La Mogherini, che ha ideato il piano, conosce le conseguenze economico-sociali di questa politica iper-liberista?
L’Europa sta già facendo molto per il popolo tunisino. Nel 2011 anni ha stanziato nel programma di macro assistenza finanziaria ben 800 milioni di euro. Nel 2015 sono stati erogati 100 milioni di euro, una prima tranche di un prestito complessivo di 300 milioni. Perché adesso questa ulteriore apertura? Alcuni sospetti nascono dagli interessi economici dell’attuale primo ministro tunisino. Habib Essid è, infatti, uno dei maggiori produttori di olio del Paese e dal 2004 al 2010 è stato persino direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale. Con questa importazione senza dazi si vuole aiutare il popolo tunisino o gli affari dei suoi governanti?
Sia il PD che FI hanno rilasciato dichiarazioni per giustificare quanto votato. Come Associazione ci rifiutiamo di riportare queste dichiarazioni perchè nulla può giustificare l’omicidio di migliaia di Aziende produttrici di un’eccellenza antica di secoli.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra