Altro che migliaia di aziende agricole nuove, altro che articoli ridicoli di certe sindacali, qui siamo alla fame e non c’è nessuna luce in fondo al tunnel… e se c’è è quella del treno che corre verso di noi!
L’articolo de “Il Giorno” fotografa e certifica quello che diciamo sin dalla nostra nascita, non c’è più trippa per gatti, anzi tra un pò manco i gatti ci resteranno in questa valle di lacrime.
Lo sfogo sincero dell’allevatore Sig. Speziale nell’articolo non fa altro che ribadire che il mercato è alla fine, si sta grattando il fondo del barile e che a fatica si portano a casa 1.000 Euro al mese, lavorando dalle 5 del mattino alle 21 della sera. Leggendo questo articolo, i felici articoli del MIPAAF e delle amiche Sindacali sono delle barzellette raccontate male, quelle che non fanno nemmeno ridere.
«Una politica miope fa credere ai giovani che l’agricoltura offra grandi possibilità di occupazione e guadagno. In realtà non è così, in particolare per quanto concerne il guadagno che è un lontano ricordo…»
Poi conclude con
«Mio figlio Carlo 21enne, che ha studiato Agraria a Sondrio, talvolta mi dà una mano. Ma come faccio a consigliargli di seguirmi? Sveglia alle 5.30 e d’inverno si finisce alle 21, d’estate si lavora ancora di più. Si spera che le cose migliorino nel 2017 con la tracciabilità: sui cartocci e bottiglie andrà la scritta “latte italiano“ per orientare il consumatore, ma sarà sempre un settore che boccheggia, anche per i prezzi vergognosi delle vacche di fine carriera per il macello: pagate non più di 100 euro. Un tempo le famiglie della zona prenotavano un maialino e un vitellino per i fabbisogni familiari. Ora non più, tranne rare eccezioni. Quando va bene, a fare l’allevatore, si guadagna 1000 euro al mese, una paga inferiore a quella di un operaio. Si devono evitare specchietti per le allodole e lusinghe inutili…»
Vi rendete conto? Il padre non vede un futuro migliore per il figlio che ha studiato agraria per continuare il lavoro del padre ed avere in mano un pezzo di carta, per avere “quando va bene 1000 euro al mese”, una paga ridicola se si relaziona con le ore lavorate, privazioni, sacrifici e la fatica della vita in campagna.
La politica, dall’alto dei loro dorati scranni a oltre 15.000 euro al mese, nemmeno si rendono conto di cosa sia la fatica, quasi tutti non hanno mai lavorato in vita loro, se non in qualche Coop o qualche ufficio del “papi” nel quale sono entrati per “spinta” politica o famigliare. Siamo al ridicolo, come possono capire cosa sia il lavoro e regolamentarlo se non hanno mai lavorato? Altro che laurea mancata del Ministro della Pubblica Istruzione, qui il paradosso è continuo e diffuso in tutta la classe politica, ad ogni livello e seduto in ogni poltrona di comando.
Ancora non l’abbiamo capito che con questa classe politica non possiamo arrivare da nessuna parte?
Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra