Giudicate voi ma i fatti dicono che l’unica forza politica scesa in piazza nella Capitale della Cultura 2016 e Capitale Gastronomica Europea è Progetto Nazionale. Mentre nel Parlamento Europeo Lega e M5S votavano contro il trattato commerciale Canada-UE, le sindacali italiane hanno fatto finta di nulla (chissà come mai!) o hanno definito il tutto un’opportunità (per chi?). Mentre la nostra becera politica era ed è occupata nelle lottizzazioni delle poltrone manageriali statali e nel sostegno finanziario alle care amiche banche, nessuno si è soffermato sulle drammatiche conseguenze economiche ed occupazionali che il CETA porterà in Italia.
Il CETA è l’intesa UE-Canada che, in seguito ai negoziati avviati nel maggio 2009, conclusi nel settembre 2014 e firmati il 30 ottobre 2016, ha visto il suo passaggio al Parlamento Europeo, con il sostegno di forze politiche di ogni colore, che hanno approvato l’accordo economico e commerciale globale con l’obiettivo di aumentare il commercio di beni, servizi ed investimenti; facendo sostanzialmente rientrare dalla finestra il TTIP che era stato bocciato tra UE e USA. La ratifica di Strasburgo dovrà avere la conferma di ogni singolo Stato anche se, in via provvisoria, le principali clausole dell’accordo potrebbero già essere applicate a partire dal mese di aprile 2017.
L’accordo CETA prevede l’eliminazione dei dazi sulla maggior parte dei beni e dei servizi e, nonostante sia garantita maggior tutela per i prodotti italiani agroalimentari di qualità, attraverso il riconoscimento da parte della UE della protezione di sole 140 indicazioni geografiche, il problema diventa l’inverso; ovvero l’entrata sul mercato europeo e su quello italiano in particolare, di prodotti a bassa qualità e ad alto rischio salutistico.
Tra gli scaffali dei supermercati si potranno trovare polli lavati col cloro, prodotti canadesi con OGM, carne contenente ormoni e farine ricche di pesticidi; un attacco massiccio alla tutela della nostra salute.
Non trascuriamo l’impatto economico in quanto molte nostre imprese agricole ed agroalimentari saranno costrette a subire la sproporzionata concorrenza delle grandi imprese canadesi, con gravi ripercussioni sul piano occupazionale.
Sconcertante e indecente è il comportamento della Confagricoltura, di Cia e Copagri, che definiscono il CETA come un’opportunità di mercato, giusto per nascondere agli italiani la verità sulla situazione.
PN intende denunciare questo pericoloso strumento volto a scardinare ulteriormente il già fragile assetto del nostro sistema economico-produttivo, nonché la promozione e la diffusione di prodotti di bassa qualità che inonderanno i nostri mercati in nome di meri interessi di profitto di poche multinazionali, ma soprattutto privi di adeguati controlli sanitari, in barba alla tutela ed alla salute del consumatore.
Ancora una volta, se i singoli parlamenti nazionali non prenderanno posizione contraria, assisteremo alla perversa logica globale del “Mangia, Consuma e Crepa”.
Ci saranno a breve altre forze politiche propense a scendere in piazza ?
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra