E’ la domanda che si sono posti gli operatori del primario al teatro Verdi di Buscoldo di Curtatone (MN). Autorevole ed eccezionale la presenza di relatori illustri come Gianni Fava, Assessore all’Agricoltura della Lombardia, il Sen. Luigi Gaetti, Vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato, e l’On. Marco Carra, componente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati.
Riportiamo un breve riassunto degli interventi:
Gianni Fava
“Non entro nel merito del prezzo sottoscritto fra alcuni sindacati agricoli e la rappresentanza industriale, anche se non posso non sottolineare che se avessimo chiuso l’accordo a fine luglio in Lombardia, applicando la tabella indicizzata che poi il governo ha fatto propria, oggi avremmo un accordo a 38,5 centesimi, senza bisogno di ricorrere ai fondi pubblici, che avrebbero così potuto sostenere anche la crisi della suinicoltura e delle carni bovine. Se gli allevatori sono contenti, sta bene anche a me”. L’assessore lombardo ha voluto però spiegare a una platea di circa 300 agricoltori, con una marcata presenza di allevatori non proprio soddisfatti dell’accordo sul latte né delle politiche del Governo in tema di agricoltura, le differenze fra la posizione di Regione Lombardia e il Mipaaf. “Non sono le istituzioni che devono decidere un prezzo, ma il mercato – ha spiegato Fava -. Quello che abbiamo cercato di fare è stato individuare un metodo di rilevazione delle oscillazioni e dei pagamenti del latte”.
Più precisamente, l’obiettivo di Palazzo Lombardia era “individuare un sistema impostato sul valore del prodotto trasformato che, con le produzioni casearie Dop che caratterizzano la destinazione di oltre la metà del latte Made in Italy, avrebbe consentito una maggiore remunerazione della materia prima alla stalla. Invece, forse perché qualcuno aveva altri piani, dopo aver condiviso le parti in causa tutto l’iter tecnico, il tentativo di fare il prezzo in Lombardia è sfumato perché il governo ha deciso di convocare il tavolo nazionale”. Lo scenario che si aprirà a fine febbraio, quando scadrà il contratto trimestrale siglato a Roma, per Fava è incerto. “Gli allevatori si troveranno a negoziare il prezzo del latte in una fase di incremento produttivo, con prospettive difficilmente di rialzo. Sarà difficile chiudere positivamente, temo – ha concluso Fava -. Purtroppo, da alcuni soggetti avremmo voluto maggiore lungimiranza, per salvaguardare un settore in crisi come quello del latte”.
“Non sono per la soppressione della Conferenza delle Regioni, ma credo che la vera democrazia passi da un meccanismo di voto ponderale: non è ammissibile che il voto della Lombardia pesi, ad esempio in materia di zootecnia, tanto quanto la Sicilia, che ha un numero complessivo di animali inferiore alla sola provincia di Cremona. Questa non può definirsi democrazia, perché così si calpestano i diritti degli allevatori lombardi e si mette a repentaglio la zootecnia e l’autosufficienza alimentare di tutto il paese”.
Luigi Gaetti
Il Vicepresidente della Commissione Agricoltura ha sottolineato nei sui interventi la farraginosità della burocrazia sia durante i lavori in Commissione sia durante i lavori parlamentari. La mancanza di una linea programmatica nazionale dettata dal Ministro delle Politiche Agricole porta sicuramente ad una forte incertezza generale.
Marco Carra
Pur confermando l’adozione fino a questo momento di provvedimenti contenuti sulle reali necessità complessive che il primario necessita, l’on. Carra ha ribadito la chiara inversione di tendenza che la politica romana ha iniziato ad attuare. Prova ne è la nascita di una forte sintonia programmatica in Commissione tra i vari gruppi politici generalmente particolarmente divisi. Immancabile lo scontro con l’Assessore Fava; prosegue la diversa visione politica tra il mondo agricolo lombardo ed il Ministero. L’On. Carra ha fortemente posto l’accento sulla necessità di creare una lavoro di squadra tra le diverse Istituzioni, il mondo sindacale e gli agricoltori ed allevatori. Confermato l’inserimento di un emendamento nella Legge di Stabilità per aumentare la compensazione Iva per le carni bovine e suine con uno stanziamento di 20 milioni di euro.
Interventi dal pubblico
Numerosissimi gli interventi dal pubblico. In particolare segnaliamo, oltre a quelli di diversi allevatori, l’intervento del Presidente di Azione Rurale Giorgio Bissoli e del Presidente di Insieme per la Terra Nicola Gozzoli relativamente allo scandalo depenalizzazione della contraffazione agroalimentare. Assenti (?) i leader sindacali mantovani.
Nostre conclusioni
Sinceramente riteniamo che il nostro settore primario sia ancora troppo fortemente diviso per creare un progetto comune nazionale perché le associazioni sindacali, indipendentemente dalla forza politica al Governo, lavorano incessantemente per dividere così da poter proseguire indisturbati nella propria attività sul territorio.
Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra