Con molta ironia il nostro Totò al cinema avrebbe sicuramente usato la mitica espressione “…e io pago!”. Dicono che non si tratti di un “balzello” ma bensì di un servizio; sicuramente la revisione dei nostri mezzi agricoli sarà l’ennesima mazzata alla drammatica situazione economica in cui tutta l’agricoltura italiana si trova. Ancora un volta cercano di farci digerire una nuova “tassazione” dipingendola come utile ed importante per il nostro lavoro quotidiano. La politica italiana è sempre più lontana dal settore primario mentre è sempre più vicina agli affari sindacali e/o del momento. E se facessimo invece noi il “tagliando” a questi affaristi?
Vi lascio alla lettura dell’articolo di Agronotizie.
A partire dal 2017 si stima che le revisioni effettuate annualmente alle macchine agricole saranno oltre 300mila. Una mole di lavoro che prevederà, secondo Vincenzo Laurendi del Dipartimento Tecnologie di sicurezza dell’Inail, intervenuto ad un incontro sul tema patrocinato dalla Regione Emilia Romagna presso l’Istituto tecnico agrario di Cesena, il coinvolgimento delle officine meccaniche private e dei concessionari di mezzi agricoli.
Per meglio definire le misure di sicurezza da adottare, l’Inail ha realizzato delle schede per ogni modello di trattore con l’obiettivo di ridurre i costi della messa a norma che dovrebbe aggirarsi in media sui 1.000-1.200 euro, mentre la revisione dovrebbe costare dai 40 ai 70 euro.
Ciò è importante perché “la revisione non sia percepita come un balzello o un’ennesima incombenza per gli agricoltori ma come un servizio”, ha spiegato Sandro Liberatori, direttore di Enama, intervenendo telefonicamente che ha presentato un documento su cosa controllare e come effettuare il controllo.
La messa a norma di macchine e attrezzature, si legge nel comunicato stampa emesso da Uncai, l’Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali a seguito dell’evento, non potrà essere finanziata per mezzo dei Psr che riguardano solo macchine innovative.
“L’Inail – riporta il comunicato – ha tuttavia previsto un bando di 45 milioni di euro, che uscirà (ipoteticamente, ndr) a giugno, per l’acquisto di nuovi trattori. Il bando non sarà soggetto a regime de minimis, potranno quindi essere erogati fondi superiori ai 15mila euro e pari anche al 40% dell’investimento, e sarà seguito nel 2017 da un altro da 35 milioni di euro”.
Fondi che secondo Aproniano Tassinari, presidente Uncai presente all’incontro, “con 700mila trattori non a norma in circolazione, non sono sufficienti”.
Serve, secondo Tassinari, una programmazione di incentivi ripetuti negli anni, almeno fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi di sicurezza prefissati. “Oggi si registrano oltre 100 incidenti mortali su trattore ogni anno – ha spiegato Tassinari – molti di più rispetto a Paesi come Inghilterra, Germania e Spagna dove la revisione periodica e l’adeguamento dei mezzi sono una realtà da molti anni”.
Sono molti i contoterzisti, come ha spiegato Roberto Tamburini presidente di Apimai Ravenna intervenuto alla giornata, che hanno avviato un percorso di sicurezza all’interno della propria azienda. “Da imprenditori – ha chiarito Tamburini – sappiamo che un’azienda che ha degli infortuni è un’azienda che ha anche problemi economici”.
Per questo, ha infine sottolineato Tassinari, “sarebbe un errore non dare ai contoterzisti il giusto ruolo in questo processo di rinnovamento dell’agricoltura italiana. La dimensione poderale e la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli persuaderanno le aziende agricole che conviene accorparsi e rivolgersi ai contoterzisti, gli unici in grado di garantire a costi certi le lavorazioni.
Il mercato dei mezzi agricoli non è più quello del passato. Se negli anni ‘80 si vendevano 65mila macchine all’anno, oggi si è scesi a 17mila. Mancano i soldi per gli investimenti e i pochi che ancora riescono a programmarli e ammortizzarli sono i contoterzisti”.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra