Dopo la #Brexit converrà fare la domanda #PAC ?
Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’UE gli agricoltori italiani si troveranno un’amara sorpresa: ridimensionamento dell’importo PAC percepito. Secondo l’articolo del Dr. Matteo Bernardelli non ci sono ombre di sorta ma solo amare certezze. Ora che fare? Ne varrà la pena continuare a fare la domanda PAC considerando i costi delle sindacali agricole e la giungla burocratica? A voi la risposta, a noi la certezza della fregatura ! Meno soldi per gli agricoltori Più che una sensazione, sembra una certezza. E riguarderà la prossima Pac, quella compresa tra il 2021 e il 2027, ammesso che rimanga la cadenza settennale delle Politiche agricole comunitarie. Un pit-stop sembra ci sarà con il prossimo 1° gennaio, limitato a poche correzioni di natura tecnica. Fino alla fine di marzo i parlamentari europei potranno proporre emendamenti al cosiddetto Regolamento Omnibus, di cui il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Pe, Paolo De Castro, è relatore per gli…
Senza #regole condivise ci saranno altre #Brexit
L’analisi puntuale e precisa, pubblicata su Agronotizie, dell’Assessore lombardo Gianni Fava permette sicuramente di fare il punto del momento storico in cui viviamo. La Brexit deve farci riflettere. Non entro nel merito della decisione di un popolo sovrano. La democrazia si accetta, non si commenta. Fanno pensare, tuttavia, le posizioni di alcuni leader britannici per i quali “l’Unione è stata una buona idea, ma non è più giusta per noi”. L’errore politico più grave che l’Europa oggi potrebbe compiere è quello di arroccarsi sdegnosamente nel proprio sé, girandosi dall’altra parte o – peggio ancora – criticando le scelte di un Paese che forse non ha mai avuto uno slancio convintamente europeista, ma che fino al 23 giugno scorso ne faceva pienamente parte. Lascio valutazioni di carattere più generale ad altri, limitandomi ad alcune osservazioni in merito all’agricoltura, materia peraltro che è stata alla base dell’Europa. Se non l’unica, è stata…
#Brexit, intervento dell’#industria risiera
A leggere i commenti dell’industria risiera e/o di molti economisti abbiamo la vaga sensazione che tra l’Eurora e la Gran Bretagna non ci sarà nessun dazio doganale ma continuerà un rapporto di libero scambio. Il popolo inglese ha deciso liberamente di uscire ma dubitiamo fortemente che ci sia una drastica rottura politica tra Bruxelles e Londra. A breve sapremo la verità ! Quali conseguenze avrà la Brexit sul mercato del riso italiano? La domanda è tutt’altro che peregrina, visto che il Regno Unito è uno degli sbocchi commerciali più importanti in ambito europeo. Per questo abbiamo voluto chiedere a Mario Francese, presidente dell’Associazione industrie risiere (Airi) quali potrebbero essere i contraccolpi del referendum britannico sui commerci di riso con quel Paese: «A seguito della choccante decisione della maggioranza del popolo inglese di lasciare l’Unione Europea oggi si può solo tentare di individuare quale potrà essere il futuro politico e delle relazioni…
Il settore primario inglese ha votato in massa contro l’#Europa
Il settore agricolo di tutta Europa è oramai diventato insofferente verso la UE della finanza e delle banche. Gli agricoltori e gli allevatori inglesi si sono compattati per dire “basta” a questa Europa oramai malata ed al collasso. In Italia gli operatori del primario cosa voterebbero se gli fosse data la possibilità? Il Brexit ha vinto, e il Regno Unito è fuori dalla UE, per decisione dei suoi cittadini. Analizziamo ora i risultati di questo storico voto in base alle zone in cui il referendum ha avuto luogo. Il Regno Unito è diviso in quattro stati, Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Il “Leave” ha trionfato in Inghilterra, con 15,188,406 voti (53.4%). Il “Remain” riceve 13,266,996 voti (46.6%). Affluenza al 73%. Anche in Galles il Leave ha vinto con 854,572 voti (52,5%) contro 772,347 voti (47,5%) per il Remain. Affluenza al 71,7%. L’Irlanda del Nord ha visto un prevalere…