L’abbattimento dei #bovini è stato chiesto dai #sindacati agricoli
Tutti avevano giurato di non sapere nulla, descrivendo la notizia come una bufala. Tutti i politici e tutti i sindacalisti hanno taciuto per il loro quieto vivere. Tipica situazione dove vige il proverbio popolare “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. Secondo il progetto Copa – Cogeca (European Farmers European Agri-Cooperatives) con sede a Bruxelles dal titolo “ELENCO DI OPZIONI PER AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ ATTUALI NEL MERCATO DEL LATTE” apprendiamo che: Le disposizioni dell’articolo 222 del regolamento sull’OCM sono state rese disponibili a quelle organizzazioni di produttori, organizzazioni interprofessionali e cooperative nel settore lattierocaseario che intendono pianificare la propria produzione. Per il momento, non sembra ci siano risultati positivi, anche per via del fatto che non ci sono incentivi finanziari per questa misura. Gli Stati membri hanno la possibilità di utilizzare fondi nazionali (aiuti di stato). Tuttavia, alcuni di essi non sono in grado di trovare le risorse…
L’Italia deve restituire 7 milioni a #Bruxelles. Il #fallimento della nostra #burocrazia
Non è una barzellatta. Tutto vero. La burocrazia e l’organizzazione italiana fanno acqua da tutte le parti. Questa vicenda descritta da Alberto Gamberini lascia veramente l’amaro in bocca, vista anche l’attuale situazione in cui versa l’agricoltura italiana. Non siamo capaci di controllare a dovere come vengono spesi i soldi che Bruxelles destina all’agricoltura. Lo ha sancito il Tribunale della Ue, che con sentenza del 12 maggio ha condannato l’Italia a restituire quasi sette milioni di euro (per l’esattezza 6,886 milioni). Si tratta di una vicenda che risale al periodo compreso fra il 2006 e il 2009, quando furono previsti sostegni agli allevatori di bovini e ovini attingendo alle risorse messe a disposizione da vari fondi, come il Feoga (Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia), il Feaga (Fondo europeo agricolo di garanzia) e il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Condizione vincolante quella di controllare la correttezza nella…
#Etichette alimentari, che sia la #svolta oppure il solito #fumo negli occhi?
Appena letto il titolo e le prime 2 o 3 frasi dell’articolo di “Unione Nazionale Consumatori” ci stavamo per commuovere, finalmente abbiamo una etichettatura sincera? Stiamo per sapere da dove arriva quello che mangiamo? Vuoi davvero che stavolta l’Unione Europea che è sponsorizzata e sorretta da capitali privati, faccia l’interesse dei consumatori e non degli industriali? Avevamo proprio le lacrime agli occhi!! Poi però abbiamo iniziato a divorare l’articolo per meglio capire cosa è stato davvero deciso e un pò ci siamo “smontati”, una serie di “se” che ti fanno passare l’euforia, anche se restiamo fiduciosi sul fatto che gli industriali non faranno MAI pressione su Bruxelles per una legge che potrebbe fargli perdere qualche milione di euro. Perchè mai dovrebbero farlo? Alla fine c’è di mezzo la salute e la possibilità di scelta delle persone che, si sa, è primaria importanza per l’industria del cibo! Porremo alla Vostra attenzione un…
La politica europea vuole #inscatolare l’#Italia
Una settimana fa, nell’occasione della visita di Rohani in Italia, è stato messo in evidenza l’atteggiamento che la politica ha nei confronti dell’eccellenza italiana. Si, la nostra tanto decantata Patria, madre di Leonardo da Vinci, di Raffaello Sanzio, di Guglielmo Marconi, “la culla della cultura” così siamo identificati in tutto il mondo, messa alla gogna dal vil denaro. Roma che una volta era la dove la cultura nasceva e cresceva, capitale di un Paese potente e fiorente in tutto il mondo conosciuto, è diventata una nazione accattona e servile. Svendiamo la nostra essenza per paura di sprofondare tra le macerie di quello che siamo stati, perchè adesso il nostro patrimonio storico ineguagliabile nel mondo, è diventato un peso, un costo e per la politica anche un intralcio. Tutti gli altri Paesi che hanno uno straccio di storia, innalzano musei e ne cantano le lodi, a noi invece da fastidio, tanto da…
Lambruscos espagnolo? Martina ci difende!
Oggi arriva una bella notizia: I cantucci e l’Asparago di Cantello diventano IGP, ma per non farci sentire troppo felici, si sente subito vociferare che il nostro Lambrusco si sarebbe potuto fare anche in Spagna. In pratica, una DOP ed una specialità ed una caratteristica di un vitigno centenario (ma ne sarebbero seguiti subito anche altri) sarebbero potuti essere prodotti anche in altri Paesi EU, senza alcuna tutela ne riferimenti a quello originario. Per fortuna, il nostro Ministro Maurizio Martina ha difeso uno delle più importanti bandiere italiane nel mondo, il vino appunto e nello specifico, i nostri vitigni, con il Commissario Europeo Phil Hogan (non è quello delle scarpe!) in questo Comunicato Stampa sul sito del MIPAAF. La domanda che sorge spontanea è: ma allora è vero che ce l’hanno con noi? Perchè l’EU tenta continuamente di smontarci tutte le nostre eccellenze per renderle comuni all’Europa? Vuole forse globalizzare o appiattire…