#Etichette #Alimentari, ma come si leggono? – Seconda parte
Continua il nostro articolo sulle etichette alimentari, fornendovi l’elenco delle sostanze “buone” e quelle che sarebbe meglio evitare per la salvaguardia della nostra salute. Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti con gli Antiossidanti: Antiossidanti Antoossidanti innocui Antiossidanti da evitare E300 Acido ascorbico E310 Gallato di propile E301 Ascorbato di sodio E311 Gallato di d’ottile E302 Ascorbato di calcio E312 Gallato di dodecile E304 Palmitato di ascorbile E315 Acido eritorbico E306 Estratto ricco in tocoferolo E316 Eritorbato di sodio E307 Alfatocoferolo E320 Butilidrossianisolo e butilidrossitoluolo E308 Gammatocoferolo E321 Idrossitoluene Butilato E309 Deltatocoferolo E322 Lecitina di soja Correttori di acidità Correttori di acidità innocui Correttori di acidità da evitare E325 Lattato di sodio E338 Acido fosforico (penalizza l’assimilazione di calcio) E326 Lattato di potassio E339 Fosfato di sodio E327 Lattato di calcio E340 Fosfato di potassio E330 Acido citrico E341 Fosfato di calcio E331 Citrati di sodio E350 Malati di sodio…
Etichette Alimentari, ma come si leggono? – Prima parte
Più volte nella nostra pagina Facebook, ci hanno chiesto lumi su come leggere le etichette sui prodotti alimentari (in questa rubrica, parleremo solo di queste poichè è quello di cui ci occupiamo maggiormente), in effetti non sembra così semplice leggere le intrigate tabelle, elenchi in sigle e codici che non rendono sicuramente chiaro che tipo di cibo viene messo nei nostri piatti. Speriamo di riuscire a mettere un po di chiarezza con questo articolo. COSA DEVONO INDICARE? Dall’anno 1982 è obbligatorio per legge recare in etichetta l’elenco degli ingredienti, in modo chiaro e visibile. Dopo un decennio, finalmente arriva il Decreto Legislativo n° 109 del 27/01/1992, che è il testo vigente e stabilisce i criteri per le etichette dei prodotti alimentari preconfezionati, rivisto poi con il Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n. 181. Iniziamo allora col vedere cosa dovrebbe contenere un’etichetta alimentare a norma di legge: Denominazione di vendita Ingredienti Additivi…
Naturopatia con #Francesca: Tempo di #grigliate!
Ma vanno tutti bene i metodi di cottura alla griglia? Un metodo di cottura semplice, veloce e che non prevede condimenti può sembrare sano, ma nasconde qualche insidia… Cuocere alla griglia significa cuocere su una graticola riscaldata sopra una fonte di calore che può raggiungere temperature molto elevate. Queste temperature ovviamente sono responsabili della cottura e della rosolatura, attenzione però che spesso sono troppo elevate e si rischia che la rosolatura apparente celi invece l’alimento ancora crudo al suo interno. E’ necessario quindi capire quali siano le condizioni ottimali che portino una cottura equilibrata tra dentro e fuori: la temperatura corretta in quantità di calore e distanza tra sorgente di calore e alimento, il tipo di graticola e spessore, oltre che materiale, se l’alimento da cuocere ha uno spessore sottile o se è corposo, se contiene acqua o no…(carne, pesce, verdure…) Essenzialmente può sembrare che una cottura alla griglia, brace,…
Bugie rivestite di #zucchero: come le Lobby Alimentari distruggono la #salute nella UE
L’articolo di Colin Todhunter pubblicato su Global Research il 29 luglio 2016 lascia semplicemente basiti. Oltre la metà della popolazione dell’Unione europea (UE) è in sovrappeso od obesa. Senza un’azione efficace, questo numero crescerà sostanzialmente nei prossimi dieci anni avverte un importante nuovo rapporto. ‘Un solo cucchiaio di zucchero: ecco come la lobby alimentare combatte la regolamentazione dell’uso dello zucchero nell’UE‘; dal gruppo Corporate Europe Observatory (CEO), che fa ricerca e campagne in merito all’uso dello zucchero, rileva che i tassi di obesità sono in aumento più velocemente tra i gruppi socio-economici a reddito più basso. Ecco perché gli alimenti ad alta densità energetica, di scarso valore nutrizionale sono più convenienti dei cibi più nutrienti, come frutta e verdura, e famiglie relativamente povere, con bambini, li acquistano fondamentalmente per soddisfare la loro fame. Il rapporto sostiene che un numero sempre maggiore di persone mangiano alimenti trasformati, in gran parte della loro dieta.…
Lo #spreco di #cibo, una dura realtà
L’inchiesta della Stampa lascia sgomenti, per non dire increduli. In quale società vogliamo vivere? Ci sono i numeri dello spreco di cibo. E fanno impressione: 5 milioni e mezzo di tonnellate l’anno, 12 miliardi buttati al vento in Italia. Ma il potere evocativo dei dati (fonte Politecnico di Milano con Fondazione banco alimentare) è poca cosa di fronte a quello delle immagini: «Lo vede? È un pezzo di formaggio ed è ancora commestibile». Luca Rossi, direttore dell’Ipla (Istituto per le piante e per l’ambiente del Piemonte), ha ragione: su quel pezzo di toma non c’è alcuna traccia di muffa. Anche la crosta, a prima vista, è quasi perfetta. E non ha l’odore di un cibo andato a male. Peccato, però, che non si possa più mangiare. Luca Rossi ha preso il latticino da un ammasso di rifiuti organici provenienti dalla grande distribuzione e scaricata per terra nell’aia di stoccaggio dell’impianto…