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Il manuale di come prendere in giro gli allevatori italiani è oramai cosa consolidata in questi anni di assenza di politica agricola e sindacale. Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e Mister milionario Gesmundo non hanno progettato e costruito soluzioni strutturali che potessero sostenere e rilanciare l’agricoltura e l’agroalimentare italiano ma si sono accontentati di soluzioni tampone; praticamente hanno dato l’aspirina ad un malato terminale entrato oramai in coma. Il caso del latte pubblicato sul Sole 24 Ore, dai noi anticipato con un articolo dal titolo “UE: troppo #latte, meglio abbattere i #bovini. Poche ore al via libera“, è assolutamente emblematico. Invece di proporre soluzioni a medio – lungo termine il Ministro Martina ha messo sul tavolo un premio di 10 milioni per chi riduce la produzione ed altri 10 milioni per acquistare formaggio per gli indigenti. Considerato l’elevato numero di Allevamenti in Italia queste misure non sono nemmeno…

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Il settore agricolo di tutta Europa è oramai diventato insofferente verso la UE della finanza e delle banche. Gli agricoltori e gli allevatori inglesi si sono compattati per dire “basta” a questa Europa oramai malata ed al collasso. In Italia gli operatori del primario cosa voterebbero se gli fosse data la possibilità? Il Brexit ha vinto, e il Regno Unito è fuori dalla UE, per decisione dei suoi cittadini. Analizziamo ora i risultati di questo storico voto in base alle zone in cui il referendum ha avuto luogo. Il Regno Unito è diviso in quattro stati, Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Il “Leave” ha trionfato in Inghilterra, con 15,188,406 voti (53.4%). Il “Remain” riceve 13,266,996 voti (46.6%). Affluenza al 73%. Anche in Galles il Leave ha vinto con 854,572 voti (52,5%) contro 772,347 voti (47,5%) per il Remain. Affluenza al 71,7%. L’Irlanda del Nord ha visto un prevalere…

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In Europa, l’acquacoltura rappresenta circa il 20% della produzione di pesce, molluschi, piante e impiega circa 85.000 persone. Si tratta quasi sempre di piccole imprese costiere o di aree interne. L’acquacoltura in Europa è rinomata per la sua alta qualità, la sostenibilità e gli elevati standard per il consumatore. Na parliamo stamattina a Bruxelles con il commissario Vella a Bruxelles… Secondo me, l’acquacoltura di “qualità” riducendo la pressione sugli stock può affiancarsi alla pesca artigianale come garanzia per i consumatori e il rispetto dell’ambiente. Molto meglio di ciò che importiamo da fuori Europa (vedi miei post precedenti) di cui non conosciamo la storia ambientale e sociale, come Thailandia e Filippine, ad esempio. In Europa ricordiamoci che importiamo 4 volte i prodotti ittici che consumiamo… Da qui dobbiamo partire, ragionando sull’acquacoltura, sapendo che mangiare pesce fa bene ma bisogna mangiarlo buono e rispettando le specie e la loro sopravvivenza. Purtroppo, però,…

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Continua il palesarsi del lavoro di distruzione dell’Unione Europea sul nostro (invidiato) agroalimentare, poche ore fa TUTTI gli emendamenti all’Articolo 1 sono stati bocciati ed il nostro Senato ha supinamente approvato, quindi il titolo del nostro articolo è più che motivato. L’etichetta ha visto sparire la provenienza delle olive, quella dell’olio ottenuto ed ora anche la data di scadenza. Nelle bottiglie sugli scaffali potrebbero metterci anche l’olio dei motori delle auto che tanto sarebbe la stessa cosa! La Senatrice Elena Fattori del Movimento 5 Stelle, in una nota scrive: “Un altro passo verso la morte del mercato dell’olio nazionale è stato fatto oggi in Senato, dove in Commissione Politiche UE è stato approvato l’articolo 1 della Legge Europea 2015 che prevede la liberalizzazione in etichetta della data di scadenza dell’olio di oliva. Non sarà più necessario rispettare i vincoli, tutti italiani, che finora ne hanno garantito le proprietà alimentari. È una…

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Saranno delle voci di corridoio, semplici dicerie, o verità in arrivo? Il tam tam mediatico che si è generato non è di certo cosa di poco conto. L’indiscrezione trapelata dai gruppi degli allevatori autoconvocati di whatsapp parla di un contributo medio dell’UE di 3.800 euro per vacca abbattuta nel caso che l’allevatore cessi l’attività. Sarebbe questa quindi la soluzione adottata dalla nostra amata Europa per chiudere definitivamente le piazze rivoltose essendo il latte pagato al di sotto del prezzo di costo. Con un solo colpo di spugna si chiederebbe il problema dell’eccessiva produzione di latte, dello stoccaggio di burro e formaggi, dei ricorsi legali, dei litigi politici. Giocare sulla disperazione degli Allevatori, se tutto dovesse essere confermato, rappresenterebbe un disprezzo indecente verso i sacrifici di vita e di lavoro realizzati magari da generazioni. Quanti di noi non prenderebbero la calcolatrice in mano per fare quella moltiplicazione mai immaginata prima? Quanti…

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Una settimana fa, nell’occasione della visita di Rohani in Italia, è stato messo in evidenza l’atteggiamento che la politica ha nei confronti dell’eccellenza italiana. Si, la nostra tanto decantata Patria, madre di Leonardo da Vinci, di Raffaello Sanzio, di Guglielmo Marconi, “la culla della cultura” così siamo identificati in tutto il mondo, messa alla gogna dal vil denaro. Roma che una volta era la dove la cultura nasceva e cresceva, capitale di un Paese potente e fiorente in tutto il mondo conosciuto, è diventata una nazione accattona e servile. Svendiamo la nostra essenza per paura di sprofondare tra le macerie di quello che siamo stati, perchè adesso il nostro patrimonio storico ineguagliabile nel mondo, è diventato un peso, un costo e per la politica anche un intralcio. Tutti gli altri Paesi che hanno uno straccio di storia, innalzano musei e ne cantano le lodi, a noi invece da fastidio, tanto da…

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Cos’è il “bail-in”? Ne sentiamo molto parlare in questo periodo, ma ancora nessuno ha spiegato con chiarezza, magari senza entrare nel merito della mera parte tecnica (che non sapremmo nemmeno noi spiegare), ma in pratica è l’esatto contrario del “bail-out”, che andiamo a spiegare:   Si ha un “bail-out” quando una società, normalmente privata, viene in un certo modo protetta, o garantita, da un’altra società o ente, generalmente pubblico. E’ il caso del salvataggio delle banche private da parte degli Stati Nazionali. In altre parole, si evita il fallimento di un’azienda privata con i soldi della collettività.   Vien da se, che se non è più lo Stato a garantire per i depositi bancari, vuol dire che è “in” nel senso che la garanzia non viene dall’esterno della Banca, ma proviene dall’interno, quindi dai depositi, dalle obbligazioni verso la Banca stessa e dai titoli in essere. In pratica, se avete…

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