Cerchiamo collaboratori che abbiano voglia di lavorare
Diciamoci per una volta la verità, giusto per essere “spicci”, come direbbero gli amici toscani. Fino a pochi anni fa in Italia quando si cercava un collaboratore si ricorreva ai curriculum accantonati e/o annunci specifici pubblicati sui quotidiani locali o sui social aziendali. Oggi, invece, la situazione attuale può essere paragonata ad un’opera teatrale tragicomica, comunque al limite della follia. Di cosa sto parlando? Durante la selezione di un candidato che possa entrare nell’organico di un’azienda il colloquio non è volto a capire le caratteristiche, la personalità e la capacità professionale del futuro collaboratore ma bensì ribaltato completamente a parti invertite; è lo stesso candidato che chiede, come prima domanda, l’ammontare dello stipendio e, come seconda domanda, l’orario di lavoro oltre, ovviamente, al riscontro positivo sul weekend libero. L’aspetto professionale, elemento fondamentale per un buon rapporto lavorativo, viene visto dal candidato solamente come un aspetto trascurabile. Dagli allevamenti alla grande…
La fuga dimenticata dei giovani laureati
Il Sole 24 Ore pubblica un articolo che riapre le polemiche sui giovani “fannulloni” italiani: Se negli anni del secondo dopoguerra a migrare era soprattutto giovane manodopera proveniente dalle aree rurali del Mezzogiorno, oggi sono laureati e studenti universitari (immatricolati fuori regione) a spostarsi dalle regioni meridionali e insulari, verso il centro-nord del Paese. Sono insomma i cosiddetti “best and brightest”- spiega lo studio curato da Gaetano Vecchione dell’università Federico II di Napoli – a fare la scelta di migrare. In particolare negli ultimi 15 anni il saldo della migrazione intellettuale italiana è risultato pesantemente negativo per le regioni del Mezzogiorno. Per effetto dei trasferimenti verso il Centro-Nord, si contano circa 200.000 laureati in meno tra i residenti del Mezzogiorno, senza considerare la crescente quota di pendolari a medio e lungo raggio. Il fenomeno ha assunto «connotazioni preoccupanti» – spiega l’indagine- , soprattutto se si considera che nel 2015 ben…