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Per la prima volta in Italia la politica che guarda a destra si è schierata a difesa degli allevatori italiani contro le multinazionali e contro il silenzio sindacale. Si tratta di Progetto Nazionale, un movimento che nella notte tra giovedì e venerdì ha affisso, in ben quattro province italiane, striscioni che non lasciano dubbi sulla denuncia politica della grave crisi lattiero-casearia in corso. Sicuramente per alcuni di voi questo tipo di comunicazione non ha alcun valore perchè non effettuato nelle sedi istituzionali opportune, ma sicuramente rappresenta un passo innovativo in un desolante panorama politico, dove prevalgono temi non urgenti e che non riguardano l’attuale crisi economica. Vi confesso che siamo lusingati che la dicitura del nostro precedente banner della pagina ufficiale di Facebook sia stato ripreso; vi parlo ovviamente di contenuti non di posizione politica che noi abbiamo, per statuto, deciso di non adottare. L’Associazione culturale Progetto Nazionale rivendica ufficialmente…

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La CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, ha deciso, prima in ordine sindacale, di organizzare in piazza una protesta a sostegno del comparto zootecnico. Auspichiamo vivamente la realizzazione di una manifestazione dove vengano fatte delle proposte costruttive che diano respiro a tutto il settore lattiero caseario oramai sul baratro. Attendendo che venga realizzata un’unica protesta agricola nazionale con tutte le bandiere sindacali riunite nella stessa piazza, auspichiamo che la situazione volga velocemente verso soluzioni concrete e non di chiacchiere. Con questo prezzo alla stalla e tutte le difficoltà del comparto zootecnico, migliaia di aziende sono a rischio fallimento. Per questo la Confederazione organizza, il 7 marzo a Carmagnola (To), una manifestazione per denunciare la situazione insostenibile del settore e avanzare le proprie proposte per uscire dalla crisi. La zootecnia italiana vive una fase drammatica. Per questo La Cia-Agricoltori italiani ha deciso di manifestare, promuovendo la “Marcia delle Vacche”. Un atto simbolico che…

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E’ piacevole ogni tanto leggere belle notizie, quasi a rinfrancarci dopo che ogni giorno riceviamo bastonate da ogni parte. Il capitolo “Lambrusco” (ed a quanto pare anche del Sangiovese) sembra essersi concluso con uno stop su tutta linea, praticamente all’unanimità del Parlamento che ha chiesto all’EU di ritirare ogni ipotesi di liberalizzazione dei nomi e dei vitigni identitari italiani sul territorio europeo. Da questo articolo di Agricolae si evince che il buonsenso e tornato nei palazzi del potere romano, tutta la politica ha votato contro alla liberalizzazione dei vincoli territoriali. Leggiamo: “produrrebbe un notevole danno in termini di competitività e strategie di crescita ai sistemi territoriali che hanno investito nella tutela, nella valorizzazione e nella promozione dei propri patrimoni varietali e della biodiversità”. e “è accertata nella zona emiliana e mantovana da millenni, e appartiene perciò a pieno titolo al patrimonio storico e culturale di questa regione, al punto tale da esserne elemento…

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Va bene guardare il bicchiere mezzo pieno, ma a volte l’esagerazione supera l’immaginazione. In questi giorni i vari mass media hanno raccontato e giustificato il crollo del prezzo del latte come un risultato dell’eccessiva produzione italiana. L’Agenzia Ansa scrive: “Il mercato del latte vaccino è sempre più complesso e concorrenziale. E nell’Europa a 28 l’aumento della produzione, fra l’11 e il 13%, si abbina a un calo della domanda, con conseguente discesa dei prezzi“. Tra il dire ed il non dire, tra uno studio di qualche illuminato o della profezia del personaggio del momento, la colpa del crollo del prezzo risulta sempre ad esclusivo carico dell’agricoltore. Il principio cardine è che la piccola impresa deve morire mentre deve sopravvivere l’agricoltore di grande dimensioni, senza debiti, magari amico dell’amico. Nel leggere l’agenzia Ansa infatti troviamo un’ottima supposta: “A fotografare la crisi delle stalle e degli allevatori è, oggi a Roma, il…

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Prima o poi doveva succedere, il mercato del latte è arrivato al “troppo pieno”, stamattina gli operatori (circa 200) alla chiusura della 88ma edizione del “FAZI” Fiera Agricola Zootecnica Italiana tenutasi a Montichiari (BS), hanno chiesto a gran voce il commissariamento del mercato. I contratti di conferimento del latte sono in scadenza il prossimo 29 febbraio ed i prezzi, per il prodotto italiano, sono a 30 centesimi al litro ed a 24 centesimi quello estero, è quindi palpabile la sfiducia degli allevatori, così il 71% di loro chiede un commissariamento per gestire la crisi. Ecco il Comunicato stampa ufficiale: IN 38MILA ALLA FAZI DI MONTICHIARI INNOVAZIONE E RICERCA PIÙ FORTI DELLA CRISI IL LATTE PREOCCUPA GLI ALLEVATORI Comunicato stampa  (Montichiari, 21 febbraio) Tocca quota 38.000 visitatori l’88ª edizione della FAZI – Fiera Agricola Zootecnica Italiana al Centro Fiera di Montichiari e si conferma la più importante rassegna della Lombardia dedicata…

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Si è aperta la 88ª Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari (BS), ma più che una piazza dove incontrarsi, confrontarsi, seguire l’innovazione tecnologica, è sembrata la valle del lamento. Purtroppo la situazione non è per nulla rosea e non si scorge la luce in fondo al tunnel, si sente che il settore è allo sbando, senza una regolamentazione del mercato, senza una reale tutela della nostra primaria eccellenza. Riportiamo il Comunicato Stampa di Matteo Bernardelli: (Montichiari, 19 febbraio) «Nel 1988 il latte alla stalla veniva pagato 800 lire al litro e il prezzo alla distribuzione il consumatore lo pagava 1.500-1.600 lire. Oggi ci pagano 35-36 centesimi al litro, quando non addirittura 31-32, e il consumatore lo paga 1,60 euro allo scaffale. Qualcosa non torna e non serve un genio della matematica per capirlo». Fra gli allevatori presenti alla 88ª Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari (FAZI) Roberto Capelletti, 50 anni, una…

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Stasera riportiamo l’Articolo dal sito dell’Assessore lombardo all’Agricoltura Gianni Fava sul settore lattiero caseario, che sta rischiando di diventare l’ennesimo caso di mercato forzato: (Milano, 17 febbraio) “Mi sembra che le soluzioni della crisi lattiero casearia sbandierate dal ministro Martina non stiano portando i risultati sperati e lo si evince dall’atteggiamento di alcuni importanti player del settore. Servono risposte urgenti”. L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, incalza il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, commentando la lettera che l’amministratore delegato di Igor Gorgonzola, Fabio Leonardi, sta inviando ai produttori in questi giorni. In particolare, nella missiva Igor evidenzia un incremento dei ritiri dei quantitativi di latte del 15% rispetto al mese di novembre 2015, adducendo tali numeri come motivo del cambio di pianificazione produttiva, con la conseguenza di una ridefinizione dei quantitativi ritirati, di una gestione di due fasce di prezzo e di una ridiscussione dei contratti singolarmente azienda per azienda. “Non…

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Siamo alle solite, non passa giorno che da quel vulcano di idee creative, quella fucina di fantasie pregna di menti eccelse che stanno a Bruxelles, non escano proposte leggi o regolamenti che sembrano studiate apposta per affossare quanto è stato fatto in decine (o forse un centinaio) di anni dai nostri padri e dai nostri nonni. Prendiamo spunto dall’Articolo di ANSA.it di questo pomeriggio per confermare e ribadire che, della salute della Comunità proprio non gliene frega un piffero agli occupanti del Palazzo di vetro “Justus Lipsius”, oppure, mettendoci un po’ di malafede, semplicemente obbediscono ad ordini che arrivano dalle multinazionali dell’oltre oceano e non. Come è possibile che si possa leggere: Per il segretario generale del Copa-Cogeca, Pekka Pesonen “bisogna garantire un’attuazione adeguata e un’armonizzazione delle norme esistenti, dando maggiore flessibilità agli operatori e riducendo gli elevati costi amministrativi che essi devono sostenere”. Senza dimenticare. aggiunge, “il fatto preoccupante sottolineato…

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Dal Responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Assessorato lombardo all’Agricoltura Dr. Matteo Bernardelli arriva la conferma di quanto purtroppo noi allevatori avevamo oramai compreso: il settore del latte è nel caos. In questi mesi stiamo assistendo a continue incomprensibili attività legislative, conflitti di competenza istituzionali, importazioni massicce di latte da Olanda e Paesi del nord Europa, crollo delle quotazioni del latte spot, interventi sospensivi dei Tribunali regionali, silenzio ed assenza dell’attività sindacale, annunci politici poi smentiti dai fatti, assenza di una programmazione a medio – lungo termine, assoluta indifferenza della politica romana oltre al tramonto dell’attività di Agea. L’unica cosa certa è la percezione di un totale smarrimento per tutti gli addetti al settore e l’impossibilità di qualsiasi programmazione per il futuro. (Roma, 10 febbraio) La richiesta dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, di convocare urgentemente il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e Agea per un’audizione in Conferenza delle Regioni sul tema…

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In questi giorni ci siamo sentiti ribadire, in tutte le salse, che i problemi del prezzo del latte erano risolti dopo l’incontro romano per la definizione del paniere di voci utilizzate nel nuovo meccanismo ideato dal Ministero. Oggi si scopre che il braciere è ancora caldo, anzi letteralmente bollente. Secondo Agricolae in queste ore si sta verificando una situazione paradossale. Si rimette tutto in discussione per il prezzo del latte alla stalla. Lactalis sembra disdica l’accordo per evitare che si rinnovi automaticamente. L’industria del latte avrebbe inviato infatti – da quanto apprende AGRICOLAE – una lettera alle aziende fornitrici per comunicare che dal primo di aprile ritratterà sul prezzo del latte. Il contratto verrebbe dunque in questo caso disdettato per evitare che si rinnovi automaticamente a 36 centesimi (cifra non riportata nella lettera). La Lactalis è comunque disponibile a rinegoziare l’accordo – si legge – e invita a mettersi in…

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