Terreni: crollano le #vendite, boom degli #affitti
I dati relativi alle compravendite ed agli affitti in Italia forniti da Il Nuovo Agricoltore indicano chiaramente a quali livelli è la situazione agricola del Belpaese. Le superfici agricole in affitto continuano ad aumentare al ritmo del 7-8% l’anno e hanno ormai raggiunto i 5,2 milioni di ettari, cioè il 42% della superficie agricola italiana, con percentuali diverse nelle tre aree: 50% al Sud, 41% al Nord e 36% al Centro. Non è un caso come, per esempio, in Lombardia l’età media della popolazione agricola sia di 63 anni e che solo il 14% sia un giovane agricoltore, ossia con un’età inferiore a 40 anni. Al Nord la crescita della domanda di terra in affitto è legata soprattutto alle colture di pregio, mentre al Sud la caccia alla terra in affitto si deve soprattutto ai giovani imprenditori che stanno usufruendo degli aiuti previsti dai PSR. Molti sono poi gli agricoltori…
De Castro toglierà l’osso di bocca alla Sindacali italiane ?
Gira e rigira siamo sempre alle solite: creare nuova burocrazia per l’apparato italiano. Scrivere in modo semplice e comprensibile la nuova riforma PAC appare impresa particolarmente ardua per due motivi principali: – maggiore è il groviglio burocratico, maggiore è il ricorso a tecnici sindacali della situazione; – chi partecipa alla stesura non ha mai lavorato un giorno della propria vita in campagna, quindi non può conoscere cosa vuol dire subire questa oppressione burocratica. De Castro o qualunque altro politico, come ben riporta l’Informatore Agrario, parla di semplificazione, ammettendo di fatto la giungla burocratica creata ad hoc per il settore primario italiano ed europeo. La PAC varata nel 2013, secondo De Castro, continua a mostrare dei limiti in almeno due ambiti distinti: per quanto riguarda gli strumenti per rispondere alle crisi e per ciò che concerne gli oneri burocratici. Per quanto riguarda questi ultimi un esempio chiaro ci viene fornito dal…
Pac 2016: la UE ordina l’anticipo del 70% ma non ci sono i soldi
Alle barzellette politiche nostrane purtroppo non riusciamo ad abituarci ! L’Informatore Agrario annuncia infatti si l’importante decisione dell’Unione Europea di procedere ad anticipare buona parte della PAC 2016, aiutando di fatto le Aziende Agricole colpite da grave crisi economica, ma dall’altra fa emergere l’impossibilità economica delle casse istituzionali ad affrontare tale spesa. Anche quest’anno l’UE ha dato la possibilità ai Paesi membri di derogare dalla prevista tempistica per la liquidazione dei pagamenti diretti e, per dare respiro all’asfittica situazione di cassa delle imprese agricole dei diversi settori in difficoltà, è stata concessa la possibilità di anticipare fino al 70% degli importi, anziché utilizzare l’aliquota del 50% indicata dal regolamento. L’Italia ha deciso di avvalersi di questa possibilità e a tale fine ha predisposto due atti amministrativi: la nota Mipaaf indirizzata ad Agea con la quale sono state impartite le direttive ministeriali per la messa in atto delle procedure, e la…
Rapporto #ISMEA, perso il 7,3% dell’export #agroalimentare
Nonostante i continui slogan trionfalistici del Ministro Martina e della sua “spalla” Coldiretti, arriva anche l’ennesima conferma sulla crisi dell’agroalimentare: – 7,3% dal rapporto di ISMEA. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno abbiamo perso un valore del quasi il 3%, ma il calo più evidente è stato sui prodotti dell’agricoltura, dove sono stati persi ben 5,5%, mentre quelli dell’industria alimentare segna un -2.4%, negli ultimi 24 mesi è la più significativa. ISMEA ci tiene a far presente che la caduta è anche data dal deprezzamento del Dollaro statunitense verso l’Euro, che sicuramente ha influito sull’export europeo. Eppure sul sito del MIPAAF si sprecano articoli sulla ripresa: Istat, Martina: agroalimentare volano della ripresa. Ora avanti con progetto unitario e Istat, Martina: agroalimentare motore dell’export e della ripresa economica del Paese, chissà com’è l’ISTAT ha sempre dati eclatanti rispetto al Governo di turno, poi viene smentita inesorabilmente dai dati REALI sull’economia. Martina e l’intero Ministero…
Forse sarebbe il caso di guardare oltre la #crisi
Non siete stanchi delle solite maschere e dei soliti sotterfugi? Forse è giunto il momento di dare forza ai noi stessi ed alla nostra vita. E’ quindi assodato che gli imprenditori agricoli devono cambiare marcia, ma come? Innanzitutto smettere di dare deleghe in bianco alle sindacali agricole gravemente compromesse con gli industriali, con la GDO e con la politica. Procedere inesorabilmente ad aggregarsi in strutture di offerte dando vita a realtà economicamente rilevanti, sinonimo di “voce in capitolo”. E’ ovvio che queste strutture vanno dirette da persone capaci e non “dipendenti” dal sindacato di turno e dal politico del momento. Ovviamente molti agricoltori con incarichi nelle piccole strutture dovranno rinunciare alla comoda poltrona, cosa assai difficile conoscendo l’animo di molti amministratori. Le attuali sindacali agricole, nel rispetto del motto “divide et impera”, tenteranno ogni strada per impedire aggregazioni, in quanto per loro simbolo di decadenza di potere e perdita economica.…
E la #protesta agricola ? Solo da ottobre a febbraio !
Si sa la protesta agricola è assolutamente intermittente. Da ottobre a febbraio potete vedere gli agricoltori e gli allevatori a manifestare in piazza, a far presidi ai caselli autostradali e/o in riunioni interminabili con o senza le associazioni di categoria. I sindacati, che ben conoscono questa realtà, sanno ben usare e sfruttare questi comportamenti ovviamente a proprio vantaggio; bastano promesse vaghe, bastano finte proposte di settore, bastano tanti sorrisi e faccia tosta per “zuccherare” il clima avvelenato del momento. Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri sanno benissimo che una volta superata la data del 30 di settembre in Lombardia o il 30 di ottobre nel resto della penisola non potrà essere data disdetta da parte dell’associato di turno. E il gioco è fatto! Il duro lavoro estivo, l’impegno quotidiano necessario nell’allevamento, l’intermittenza del sostegno alla protesta dei Mass Media oramai vicini alle sindacali, permettono di spegnere ogni focolaio acceso nel Belpaese.…
A San Pietroburgo #Renzi dimentica l’#agroalimentare italiano. Le brutte figure non mancano
Che al Presidente del Consiglio Matteo Renzi non interessasse nulla dell’agricoltura e dell’agroalimentare lo avevamo capito da tempo ma non immaginavamo che la memoria si nebulizzasse perfino a San Pietroburgo. Tra una chat e l’altra in conferenza stampa, tra un pennichella e l’altra, ci si accorge che nella delegazione di imprenditori al seguito dell’ufficio di presidenza mancano i rappresentanti dell’agroalimentare italiano. Sicuramente non saremo così importanti come gli amici dell’Eni ma abbiamo la vaga certezza che il popolo russo preferisca degustare le nostre eccellenze. Dov’erano Moncalvo e Gesmundo? E le altre sindacali? Nessuno rileva e segnala questa mancanza per non alterare la sudditanza al politico del momento (almeno fino ad ottobre!). I veri politici avrebbero avuto un sussulto di vergogna davanti all’evidenza del proprio menefreghismo; a loro nulla interessa del lavoro e dei sacrifici giornalieri altrui, basta mantenere i propri interessi ed i propri obbiettivi. Questa la chiamereste lungimiranza o…
Tracollo dei #pomodori, fuga dei #giovani all’estero
Vi ricordate quante volte la Coldiretti ha annunciato il ritorno dei giovani in agricoltura? Solita politica degli annunci per poi vedere il nulla! Nell’articolo di Today 24 viene descritta la drammatica realtà del pomodoro. Dall’oro rosso siamo passati ai conti correnti in rosso! Cosa hanno fatto le sindacali agricole per bloccare le importazioni di prodotto straniero non controllato? Ai sindacalisti lasciamo le scuse, a noi produttori rimangono le ceneri di anni di duro lavoro. Con buona pace della ripresa tanto promessa. «Ogni fine stagione – afferma Buccheri – si fanno i conti e nel comparto agricolo delle serre, accade che i conti sono in rosso come i pomodori che si producono. Da gennaio a maggio il prezzo dell’oro verde non ha superato i 50 centesimi al chilogrammo. Non riuscendo a vendere nel mercato ortofrutticolo di Vittoria, molti produttori si sono spostati a Catania dove al massimo una cassetta di pomodori di 13 chili si…
#Latte: il Tar di Parma boccia le #multe di #Martina e #Coldiretti
Ancora una volta l’incapacità sindacale italiana, oltre a quella ministeriale, evidenziano come sia necessario ricercare responsabili capaci di ricoprire determinati ruoli pubblici. Il Tar di Parma ha demolito letteralmente il provvedimento riguardante le multe latte anno 2014/2015 adottato dal Governo con il sostegno di tutte le sigle sindacali. Il Senatore Luigi Gaetti, che ha seguito in prima persona la vicenda, oggi ha così commentato: La sentenza del Tar di Parma del 07-06-2016 è la conferma di quanto avevo dichiarato nella nella votazione del DL 51 del 2015 ed ha annullato il prelievo sulle quote latte comminato da Agea nei confronti di cinque aziende agricole. Il TAR fa riferimento alla “irragionevolezza della imposizione (DL 51)…anche in relazione all’ordine di priorità prestabilito” ed “ alla mancanza, per l’annata 2014-2015 di qualsiasi controllo della produzione”, oltre al ritardo della presentazione dei documenti di AGEA. Per la prima volta una sentenza entra nel merito…
Come svegliare i #sindacati agricoli italiani ?
Vi confessiamo che a volte ci poniamo domande a cui non riusciamo a trovare una risposta. Sarà perchè viviamo in una drammatica congiuntura economica, sarà perchè le sindacali spingono verso la nascita e la crescita di una guerra tra poveri, sta di fatto che la misura è colma. Mentre Confagricoltura sostiene la fuga lavorativa dei nostri giovani verso i rance americani, Coldiretti esulta per la decisione del Tribunale di far pagare 1 miliardo di euro al Governo nella vicenda Federconsorzi. Tutto tace sul prelievo dalle nostre tasche di ingenti somme per la revisione dei nostri mezzi agricoli. Tombale silenzio sui fallimenti delle COOP avvenuti nel Belpaese; meglio preferire l’amicizia politica che tutelare i fornitori ed gli associati coinvolti in questi crack. Questa Italia ora si chiama 3.0, giusto per essere moderni e per digerire l’olio di ricino. La GDO ricorre abbondantemente all’acquisto di prodotti alimentari stranieri, a partire da quelli…