Dopo lo scivolone della PAC e la buccia di banana della moratoria arriva la rottura definitiva con la base sindacale. Stiamo parlando della Coldiretti, il sindacato agricolo italiano trasformatosi in sindacato politico renziano. Lo show milanese sull’etichettatura del latte, ha visto il forte ritorno in pubblico del segretario generale Gesmundo dopo l’inchiesta dell’Espresso relativamente ai suoi esorbitanti stipendi d’oro. L’uomo da un milione di euro medi nei dodici anni di permanenza in Coldiretti dichiara tutta la sua stima per il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, definendolo addirittura il “Fanfani” dei giorni nostri.
Fino a qui tutto bene se non fosse che nei comuni a forte vocazione agricola gli agricoltori coldirettiani, invece di obbedire tacitamente all’appello di Gesmundo, fanno armi e bagagli per sposare la causa salviniana. La base stanca dell’inconcludenza e dell’incapacità di Coldiretti di ascoltare e risolvere i problemi quotidiani ha deciso, nel silenzio democratico della recente tornata amministrativa, di sposare la maggiore concretezza percepita dal centro-destra.
E’ il caso per esempio dei Comuni di Marcaria e San Benedetto Po, roccaforti mantovane della sinistra lombarda; dalle campagne si è levata una vera e propria alzata di scudi per difendere il proprio lavoro e, soprattutto, il proprio futuro. A nulla sono valse le promesse della sinistra per conquistare l’elettorato agricolo; la visita del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina sembra addirittura che abbia accentuato gli animi, non tanto per la persona, ma per il vuoto dei contenuti operati dal suo ministero.
In Italia serve un solo sindacato agricolo. Serio, onesto e capace di sostenere il settore primario. Alla TV lasciamo gli azzeccagarbugli !
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra