Apriamo il vangelo secondo San Roberto Moncalvo:
Il Decreto crea le condizioni per salvare tremila aziende e stalle con quasi centomila animali allevati a rischio nelle campagne terremotate ma ora dobbiamo vincere insieme la battaglia contro la burocrazia per fare in modo che gli aiuti arrivino al più presto ad agricoltori e allevatori che con l’inverno rischiano di chiudere per sempre se non si creano le condizioni per restare sul posto, garantendo vivibilità e operatività per accudire il bestiame e dare continuità alle attività produttive.
Ora arriva l’unità di crisi della Coldiretti, alias protezione civile beneficiaria di contributi pubblici … Giusto per rimanere in tema di necessità monetaria!
L’Unità di crisi della Coldiretti dall’inizio delle scosse lo scorso 24 ha avviato una mobilitazione che ha consentito la consegna di 70 moduli abitativi solo con la collaborazione del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e l’azienda Danieli di Buttrio ma decine di camper, roulotte e moduli sono stati consegnati grazie alla solidarietà degli agricoltori della Coldiretti lungo la penisola. È stata anche realizzata nella frazione di Sommati una grande tensostruttura utilizzata per lo stoccaggio di concimi, mangimi e foraggi necessari per garantire l’alimentazione degli animali durante l’inverno nelle aree del sisma.
Davanti ai media viene ancora una volta snocciolata la finta solidarietà della Coldiretti. Mi sono imposto, causa difficoltà digestive, di leggere gli articoli de Il Punto Coldiretti, lontano dai pasti così da evitare di bere inutili digestivi del momento. Presupposto essenziale che vige in ogni attività coldirettiana è la mancata rinuncia, da parte della dirigenza romana, della lauta remunerazione mensile degna delle migliori multinazionali, capace di impallidire un qualsiasi sceicco. Interessante sarebbe sapere se la tensostruttura per lo stoccaggio dei prodotti agricoli fa attività di conto lavorazione, di deposito a fronte del pagamento di un canone, di vendita a fronte di una garanzia finanziaria o semplicemente come attività caritatevole?
Dall’inizio del sisma, solo nel Lazio, stati consegnati dalla Coldiretti 100mila chili di mangimi no ogm. In settimana ne arriveranno altri 25mila chili per bovini e 17mila chili per ovini e caprini ma anche sementi di grano, orzo e farro per consentire le semine autunnali. Il progetto della Coldiretti per valorizzare e difendere nella ricostruzione l’identità del territori colpiti è stato sostenuto da una rete di solidarietà con la collaborazione della cooperativa Grifo latte che, nonostante le difficoltà, ha garantito continuità nel ritiro e nella trasformazione del latte mentre l’Associazione Italiana Allevatori (AIA), sulla base delle richieste, ha consegnato carrelli per la mungitura e generatori di corrente e i Consorzi Agrari d’Italia (CAI) sono impegnati a fornire cibo per l’alimentazione degli animali.
La Coldiretti ha “consegnato”, non regalato o donato, del mangime agli allevatori terremotati. Per impressionare il lettore è stato utilizzato nell’articolo non i quintali, ossia la comune unità di misura usata nelle stalle, ma bensì i Kilogrammi. 100.000 kg invece di dire 1.000 qli. Questa quantità irrisoria di mangime, considerato il quantitativo e la tipologia dei capi di bestiame in zona, farebbe ridere anche i “polli”. Ma si sa, meglio privilegiare ed esaltare le fantasie piuttosto che risolvere i problemi di chi è stato colpito dal sisma. Stesso copione verificatosi negli altri terremoti, diffidenza associata all’indifferenza.
Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.
Ci risiamo! Gira e gira arriva la richiesta di donazioni a cui, tanto per cambiare, non corrisponde la trasparenza. Avete mai visto un resoconto finanziario nel sito della Coldiretti? Avete mai visto un resoconto dei famosi 2 euro donati dagli italiani con gli SMS? Nulla, assolutamente nulla! A pensar male sarebbe opportuno prevenire queste azioni di “sciacallaggio”, nei confronti di chi ha sacrificato la vita per la terra, con la macellazione del proprio bestiame. Cosa serve lavorare per poi imbattersi in un oceano di “squali” senza alcuna dignità e moralità? Solo nel momento del bisogno, come in un post sisma, ci si rende conto di quanto sia lontano il mondo sindacale e politico dalla vita quotidiana reale.
Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra