Questo pomeriggio, prendiamo un caffè con il nostro Segretario Generale Mauro Cappuccio e ci facciamo spiegare da lui le ragioni di questa scelta di “Insieme per la Terra”
Buongiorno Mauro, lei di cosa si occupa nella vita?
Sono un sistemista informatico da quasi 25 anni e lavoro per un grande provider internet, mi sono sempre occupato di computer e sono appassionato di motori, di ogni forma e tipologia. Vivo della mia famiglia che pongo al primo posto della mia vita, ma adoro il mio lavoro, è la cosa che so fare meglio e che faccio con grande dedizione e passione.
Come ha fatto un sistemista informatico ad appassionarsi di agroalimentare?
Banalmente sono stato introdotto attraverso conoscenze, in primis con una associazione più grande, che però non mi ha dato quello che cercavo ed alla fine, s’è deciso di fare come pensavamo fosse giusto fare, cioè a modo nostro ed abbiamo fondato “Insieme per la Terra”. La passione nasce dalla grande stima che ripongo nelle persone che lavorano nel settore primario. Una vita di privazioni e di fatiche, senza un giorno di pausa, sotto il sole o al gelo, il tutto per un guadagno pressochè ridicolo… quando c’è! Verrebbe da chiedere loro “perchè lo fai?” Ma la risposta la so già, perchè è la loro vita, non potrebbero vivere d’altro, io la vedo nei loro occhi la passione, pari solo alla tenacia, è evidente che la terra è impressa a fuoco nella loro anima, nel loro spirito. Come non puoi non voler guardare certe ingiustizie? Come puoi voltare la testa e fregartene? Io sento dentro di me questa voglia di aiutare, ovviamente non avrei la forza e la resistenza alla fatica per farlo fisicamente, un uomo da scrivania come me soccomberebbe in poche ore, ma di aiutare la dove, solitamente, queste persone straordinarie latitano, sulla comunicazione, sul metterli insieme, sul far gruppo e far sentire la loro voce. Ecco perchè Insieme… per la Terra.
Cosa pensa di questo settore, personalmente?
Personalmente penso che la speculazione dei mercati debba comunque avere un limite e questo limite deve essere gestito da un organismo super partes, che non abbia implicazioni economiche ne guadagno, così da essere sempre imparziale e dare a Cesare ciò che è di Cesare. Purtroppo al giorno d’oggi risulta complicato trovare qualcuno che sia onesto anche intellettualmente e capita che venga messa a controllo un personaggio che ben poco gli frega delle questioni spinose di questo settore e che, se fosse interessato, lo sarebbe solo per gloria o lucro e quindi il mio discorso va a farsi benedire. La concorrenza con gli Stati membri dell’UE non è una concorrenza leale perchè non sono messi al pari. Quando si scontrano realtà territoriali differenti, con leggi differenti, con controlli differenti, come si fa a mantenere un livello paritetico di prezzi al produttore? Per fare un esempio possiamo cavalcare l’onda e parlare del prezzo del latte, in Albania il prezzo alla stalla può arrivare a quasi la metà di quello italiano, però li non ci sono controlli sulla qualità di vita dell’animale e di quello che viene dato loro da mangiare, così come quello che viene somministrato alle vacche. Ho letto qua e la su internet che una vacca viene “tirata” a fare circa 55 litri al giorno, contro la nostra che (anche per legge) non fa più di 30/35 litri. Poi c’è la questione sanitaria, da noi è obbligatorio il controllo di un veterinario che ovviamente non lavora gratis. In Albania?
Alla nascita di un vitello, ci sono circa una 40na di euro di spese fisse per gli orecchini ed il passaporto (anche se non si muoverà dall’Italia), quando viene acquistato per farne carne, all’allevatore, se va bene, danno 40 euro… e cosa ci guadagnano?
Il settore va sicuramente riformato e gestito in maniera più orizzontale, pensando meno all’export e più al consumo locale, meglio se resta nella cerchia dei 100/150 km così da mantenere i costi bassi e accorciare la filiera che è veramente troppo lunga, questo fa si che il consumatore non sa quello che ha nel piatto, lo paga molto e il produttore è strangolato da prezzi imposti da industriali senza scrupoli, “se non vendi a me a questo prezzo, te lo puoi tenere”. Ecco, mi piacerebbe potergli dire “Me lo tengo e lo vendo al mercato interno, ciao” questo è quello che mi piacerebbe fare con “Insieme per la Terra”
Infine, cosa pensa del mercato agroalimentare?
Come dicevo prima, la gente non sa cosa mangia, la pubblicità sui Media nazionali sono poco chiare, mettono in evidenza l’estetica con confezionamenti costosi e colorati, ma la qualità è sempre indicata come un marchio e non come una virtù. Non possiamo fare nomi, ma se compra una mozzarella al supermercato e la paga 1 euro ed accanto ci mette una fatta dal caseificio sotto casa, vogliamo scommettere su quale è la più buona? Magari il caseificio te la vende nella busta di plastica trasparente con il suo siero e forse (ma è una questione di punti di vista) è meno bella, ma è sicuramente più fresca e non contiene conservanti. Se mi permette, alle mie due bimbe so già quale darei, a prescindere dalla confezione con tante scritte curate dal marketing che parlano di qualità e fiducia.
Esorto quindi la gente che legge questo articolo, a muoversi di più, di andare nei mercatini rionali oppure in quelli organizzati da Associazioni come la nostra o, prossimamente, speriamo, in quelli organizzati proprio da noi e venire a comprare a KM Zero, ma quello vero, senza bandiere, senza guadagnarci soldi (noi abbiamo un solo livello di tesseramento e chi si convenziona con noi, non aggiunge un euro a quanto dato per la tessera), solo per dare a chi produce il giusto guadagno e a chi acquista, la qualità ed il prezzo giusto. Non necessariamente il prezzo sarà più basso della GDO che fa numeri impressionanti, ma permettetemi, almeno mangiamo sano, genuino e sappiamo cosa mettiamo nei piatti della nostra famiglia.
Allora, dopo aver ascoltato il punto di vista del nostro Segretario, vi invitiamo a continuare a seguirci sul nostro sito e sui nostri social network.
Anna Senes
Vice presidente
Insieme per la Terra